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21 dicembre 2009

Treni: non solo tagli, ritardi e sporcizia. Gli italiani vogliono tornare a viaggiare con i loro animali

Non solo ritardi, sporcizia e tagli ai vagoni. Numerosi gli italiani che hanno segnalato alla casella mail bassavelocita@enpa.org disagi, disservizi e difficoltà per i viaggi in treno con i loro animali. Come noto, l'anno scorso Trenitalia ha introdotto severe limitazioni ai viaggi di Fido e Micio sulla nostre "strade ferrate"; un provvedimento che l'azienda giustificò con l'esigenza di garantire la pulizia e il decoro dei nostri vagoni. Sedili laceri, bagni lerci, carrozze che cadono a pezzi, porte non funzionanti? Secondo Trenitalia la colpa del degrado non era né della scarsa manutenzione né degli addetti alle pulizie ma ... degli animali. Già allora l'Enpa denunciò lo scaricabarile: gli animali diventavano un vero e proprio capro espiatorio di colpe non loro. E infatti a distanza di 12 mesi le condizioni igieniche dei nostri treni non sono migliorate - stando anche alle numerose denunce pervenute proprio in questi giorni ad alcuni organi di stampa - mentre sono cresciuti in modo esponenziale i disagi dei viaggiatori a quattro zampe visto: i cani di taglia medio-grande banditi una volta per tutte proprio da quegli Eurostar che hanno sostituito molti convogli Intercity ed Espressi a media e lunga percorrenza. "Trovo scandaloso - scrive all'Enpa Roberta da Milano - che io e la mia cagnolina non possiamo accedere ai treni Frecciarossa". "Ho sempre viaggiato in treni come Eurostar City senza alcun problema col mio cane - aggiunge Francesca -. Per quale motivo ora non posso più? Non pensano ai disagi che queste decisione comportano?". Il regolamento di Trenitalia - prosegue Alessandra - prevede la possibilità di portare a bordo dei treni un solo animale per passeggero. Mi domando a questo punto: e chi possiede per esempio due gatti, che fa? Ne lascia uno a casa? O meglio ancora se ne sbarazza?". E queste sono solo alcune delle segnala zioni pervenute all'Enpa. L'iniziativa "bassavelocità" di Enpa proseguirà anche nei giorni a venire, con l'obiettivo di compilare un dossier da sottoporre ai vertici di Trenitalia per chiedere la riammissione dei quattrozampe a bordo dei treni italiani. Per inviare le segnalazioni: bassavelocita@enpa.org.
(ENPA)

14 luglio 2009

Gli animali e il caldo: vademecum dell'Enpa

Temperature in rapido, vertiginoso aumento nelle prossime ore su quasi tutta le penisola; previste punte, avvertono i meteorologi, anche di 40° nelle zone più colpite, Sardegna e Sicilia. A patire le conseguenze del gran caldo saranno non soltanto gli esseri umani, specie anziani e bambini, ma anche gli animali. Ed è proprio per tutelare la loro salute e incolumità che l’Enpa dirama un breve vademecum con alcuni preziosi suggerimenti:

1. Non lasciare mai un animale incustodito in auto. Nei giorni di sole, la temperatura interna dell’abitacolo sale rapidamente, anche con i finestrini aperti, e l’auto si trasforma in un vero e proprio forno. Un animale lasciato in queste condizioni può morire in poco tempo; bastano anche solo 10 minuti – il tempo di fare una spesa veloce – per condannarlo a una morte orribile.

2. Animali rinchiusi in un’auto al sole. Se qualcuno dovesse vedere un animale rinchiuso all’interno di un veicolo deve prestare attenzione ai sintomi di un eventuale un colpo di calore (problemi di respirazione, spossatezza generalizzata); se non si interviene al più presto rischia correre un grave pericolo di vita e occorre rintracciare quanto prima il proprietario del veicolo. Se costui non fosse reperibile bisogna chiamare immediatamente le forze dell'ordine - compresa la Polizia Locale del comune interessato - che interverranno in caso di comprovata emergenza. I numeri di telefono 112 (Carabinieri), 113 (Polizia di Stato), 115 (Vigili del Fuoco) e 1515 (Corpo Forestale) sono tutti utilizzabili anche per questi casi. Nel frattempo si deve cercare comunque di creare ombra con i mezzi che disponibili (es. giornali sul parabrezza), di versare dell’acqua all’interno per bagnare l’animale o, se possibile, di farlo bere attraverso un’eventuale fessura del finestrino.

3. Assicurarsi che gli animali abbiano sempre accesso all’ombra e acqua fresca in abbondanza. Questo suggerimento riguarda soprattutto ai cani tenuti nelle ditte, negli orti o nei recinti (specie se a catena), e quindi meno controllati rispetto a quelli in appartamento. Evitare sempre l'esposizione al sole diretto, anche nel caso dell'animale che passa alcune ore da solo in casa, in giardino/cortile o in terrazza. In caso di colpo di calore (ipertermia) - se ha la pelle che scotta, barcolla o cade a terra, e ha difficoltà a respirare - è necessario abbassargli la temperatura mettendogli abbondante acqua fresca su tutto il corpo e contattare immediatamente il veterinario.

4. Non costringere i cani a sforzi eccessivi. Nei giorni più caldi portare il cane a passeggio di mattina e di sera per evitare che si bruci le zampe sul suolo caldo e per diminuire il rischio di ipertermia. A maggior ragione se si tratta di un animale anziano e/o con difficoltà respiratorie. Durante le passeggiate avere sempre a disposizione una bottiglietta di acqua e una ciotola.

5. Prevenire le scottature. Come le persone, anche gli animali possono scottarsi al sole. Per proteggerli, è sufficiente applicare una crema solare ad alta protezione alle estremità bianche (specie le punte delle orecchie) del cane o gatto prima di farlo uscire.

6. Tenere l’acquario fuori dal sole diretto. Cambiare l’acqua regolarmente e togliere le alghe che si formano. Il laghetto dev’essere riempito regolarmente per compensare l’acqua che evapora e sostituire l’ossigeno perso.

7. Non lasciare il canarino sul balcone al sole diretto. E’ necessario posizionare la gabbia dell’uccellino in un luogo fresco, arieggiato e ombreggiato. Ovviamente vale anche per gli altri uccelli.

8. Controllare la presenza di parassiti esterni. Con il caldo arrivano anche le pulci, le zecche e gli acari, quindi bisogna controllare regolarmente il pelo dei quattrozampe per verificare l’eventuale presenza di questi visitatori indesiderati. Applicare preventivamente un antiparassitario idoneo per la sua specie e taglia. Consultare sempre il veterinario di fiducia per avere indicazioni e suggerimenti al riguardo; alcuni antiparassitari per cani, ad esempio, sono letali per i gatti.

9. Controllare ogni giorno gli animali per l’eventuale presenza di uova di mosche. Le mosche possono depositare le proprie uova sul pelo dei conigli, delle cavie, ma anche dei cani. E’ importante quindi ispezionare attentamente l’intero corpo dell’animale, tenere ben pulito il luogo in cui sta e cambiare almeno una volta alla settimana la lettiera o fondo.

10. Prima di fare lavori in giardino, pensare alla fauna selvatica che ci vive. Prestare particolare cautela quando si usano tosaerba o tagliabordi poiché - entrambi possono essere letali per animali che si muovono lentamente - e tenere fuori dalla portata degli animali i pesticidi. Prima di accendere un falò, è consigliabile smuovere il materiale che si intende bruciare: le lucertole, i ricci, le rane e le bisce (animali assolutamente innocui, anzi molto utili) spesso si rintanano tra i mucchi di foglie o rifiuti da giardino.

Fonte: ENPA

21 settembre 2008

Batti cinque cifre d'amore


Anche quest'anno l'ENPA, Ente Nazionale Protezione Animali, lancia una raccolta fondi per donare cibo alle bestiole ospitate in canili e gattili. Donare qualcosa è facile e veloce: basta inviare un sms al numero 48585 (da Tim, Vodafone, Wind, 3) o chiamando da rete fissa Telecom. Gli sms vi costeranno 1 Euro, mentre la telefonata da fisso ha il costo di 2 Euro. Basta 1 Euro a riempire una ciotola. L'iniziativa è valida dal 20 settembre al 10 ottobre.

Inoltre, sabato 4 e domenica 5 ottobre, l'ENPA organizza la Giornata degli Animali, con tanti volontari in piazza per dare consigli e suggerire i tanti modi in cui dare voce ai nostri amici con la coda. L'elenco delle piazze sarà disponibile sul sito www.enpa.it.

(da mailing list ENPA)

2 settembre 2008

Preaperture caccia: Sacrificate milioni di vite per favorire le doppiette


Cacciatori in azione da ieri in alcune regioni italiane, ma entro il 10 settembre saranno quindici su venti le regioni in cui sarà possibile sparare e uccidere milioni di animali. Per l'Enpa, la preapertura autorizzata dalla caccia è ormai solo un pretesto per anticipare l'apertura della stagione venatoria. Ma la scelta di dilatare il calendario è irresponsabile: una decisione che non ha fondamenti scientifici, che va oltre ogni legittima aspettativa relativa alla tutela della biodiversità e che – non per ultimo – pone un problema serio per la sicurezza degli umani.
Le preaperture non hanno basi scientifiche che possano giustificare l'anticipazione selettiva della caccia. Al contrario, anzi, il forte declino della fauna selvatica (impoverimento sia quantitativo che di specie) richiederebbe una maggiore cautela. Inoltre, in questo periodo alcuni specie hanno ancora i piccoli che dipendono dalla madre e uccidere gli adulti significa condannare a morte anche gli esemplari nati da poche settimane.
Il patrimonio di biodiversità italiano è a rischio (certo, non solo per il piombo delle doppiette) e l'Italia negli ultimi anni ha dimostrato di aver fatto ben poco per onorare, su questo punto, gli impegni che pure il nostro Paese ha preso a livello internazionale.
C'è, infine, un ultimo aspetto che non va sottovalutato: quello della sicurezza degli esseri umani. La sovrapposizione, in questo periodo, tra la stagione turistica (non ancora conclusa) e quella venatoria, dovrebbe essere motivo di ulteriore preoccupazione per le Regioni che autorizzano la preapertura: gli incidenti di caccia che vedono vittime esseri umani del tutto estranei all'attività venatoria (escursionisti, cercatori di funghi, persone che approfittano ancora del bel tempo per un pic nic) sono numerosi e frequenti.
Per l'Enpa, insomma, esistono decine di buoni motivi per essere contrari alla preapertura. Ma molte Regioni italiane, pur di non perdere i consensi delle lobby legate all'attività venatoria, sacrificano il nostro patrimonio di biodiversità e a rimetterci sono l'ambiente e le vite di milioni di animali barbaramente stroncate nell'ennesima annata venatoria.

27 febbraio 2008

Lidia Togni condannata per maltrattamento di animali


Il Tribunale di Palermo ha condannato Lidia Togni e Mario Santinato, rispettivamente rappresentante legale e procuratore speciale del circo Togni, al pagamento di una multa di 2300 euro e 1850 euro. Lidia Togni, è stata riconosciuta colpevole della violazione dell’articolo 727 del Codice Penale che prevede sanzioni per il maltrattamento degli animali, mentre Santinato è stato condannato, insieme alla Togni, per violazione della norma sullo smaltimento dei rifiuti liquidi e solidi nel periodo in cui la struttura circense ha sostato a Palermo.

La vicenda risale all’inizio del 2005 quando Giovanni Guadagna, attuale responsabile nazionale dell’Ufficio Cattività dell’Enpa, segnalò alla Procura della Repubblica che molti animali si trovavano stretti nelle loro gabbie, praticamente impossibilitati a muoversi. La Procura incaricò i Carabinieri di effettuare i dovuti controlli, coadiuvati anche da un veterinario incaricato della perizia. Ne scaturì, quindi, il rinvio a giudizio che ha portato, poi, alla condanna.

Soddisfatta l’Enpa per la sensibilità dimostrata dai giudici parlermitani.“Il tribunale di Palermo – ha dichiarato Giovanni Guadagna – ha riconosciuto la validità delle linee guida per il corretto mantenimento degli animali nei circhi, che, anche in qualità di teste dell’accusa durante il processo, ho sottolineato. Il riconoscimento del valore delle linee guida, ha sicuramente contribuito alla loro condanna, la quale, è bene ricordarlo, scaturisce dall’applicazione dell’articolo 727 del Codice Penale così come riformulato dalla nuova legge sul maltrattamento degli animali. Un altro circo Togni - continua Guadagna - è attualmente stato investito dall’applicazione dello stesso articolo, procedimento scaturito stavolta da un sequestro recentemente operato dal Corpo Forestale dello Stato nel litorale romano. Occorrerebbe pertanto che i circhi facessero ammenda e provvedessero da subito ad iniziare un percorso di civiltà il quale dovrà concludersi con l’eliminazione degli spettacoli con animali”.

4 febbraio 2008

Legislazione Zoo: disattese le volontà comunitarie


"Fatta la legge trovato l’inganno? Niente affatto: quando si parla di benessere degli animali l’inganno è già spiegato nella legge." E’ questo il duro commento di Enpa all’ennesima messa in scena delle autorità governative italiane che nuovamente disattendono le disposizioni europee. Le false modifiche sono contenute nella Legge Comunitaria 2008, da poche ore consegnata dal Governo alla Camera e al Senato.

La Direttiva sugli zoo della Commissione Europea obbligava gli Stati membri a chiudere tutti i giardini zoologici inutili alla difesa della biodiversità. L’Italia, furbescamente, aveva invece considerato nella definizione di giardino zoologico solo chi difendeva la biodiversità. In tale maniera, non essendo chiaramente definiti gli zoo, rimanevano aperte anche le strutture peggiori. Per tale motivo era stata avviata la procedura di infrazione contro l’Italia la quale doveva rimediare nella Comunitaria 2008. Questa, però, si dimentica di modificare un’altra parte nulla della definizione di zoo che continua ad escludere i serragli che per numero e specie di animali prigionieri, sono considerati inutili alla difesa della biodiversità. In pratica nulla, anche questa volta, cambierà.

Inoltre, tra le altre gravi inadempienze, ENPA denuncia la mancanza di rigorose disposizioni per la salvaguardia del benessere degli animali, l’incredibile manomissione che di fatto ha abrogato i tempi di presentazione delle domande di licenza, e la possibilità di aprire nuovi zoo addirittura senza licenza.
“Già nello scorso mese di novembre – ha aggiunto Guadagna - Enpa aveva denunciato come il segretissimo testo fatto pervenire sul tavolo del Consiglio dei Ministri prima della consegna al Parlamento, conteneva gravissime disattenzioni. Queste non solo già compromettono il benessere degli animali ma costeranno al nostro Paese pesanti sanzioni. Per avere copia del testo incriminato avevo personalmente scritto – ha concluso Guadagna – al Dipartimento delle Politiche Comunitarie, ma incredibilmente mi era stato risposto che si trattava di atti riservati. Peccato che le sanzioni non ricadranno solo sul conto di chi ha commesso gli errori .”

Enpa ha già preso contatto con gli uffici della Comunità europea affinchè l’Italia sia obbligata a recepire senza inganni le disposizioni in difesa degli animali. ENPA promuoverà inoltre la presentazione di emendamenti alla legge, che saranno così resi disponibili alla ripresa dei lavori delle Commissioni parlamentari competenti.
Oltre 30.000 animali sono oggi tenuti prigionieri nel centinaio di zoo italiani. La legge italiana sugli zoo, entrata in vigore nel maggio 2005, ha recepito con sei anni di ritardo una specifica direttiva comunitaria. Oltre alla attuale proposta di modifica, la legge zoo è stata manomessa con due distinti provvedimenti già agli inizi del 2006. Gli unici ad avvantaggiarsi di tale situazione saranno i botteghini di zoo-bioparchi, delfinari ed altre strutture detentive.

9 gennaio 2008

L'ENPA TEME CHE L'ACQUARIO PREVISTO A ROMA NEL QUARTIERE EUR POSSA DIVENTARE UN NUOVO ZOO


Dopo il bluff del Bioparco, che di fatto continua a riproporre con numerose iniziative il concetto di zoo, si rischia ora di presentare una nuova struttura di detenzione di animali, questa volta acquatici, nei pressi del laghetto dell’Eur.
Resuscitando un vecchio progetto risalente alla fine degli anni Novanta, la società Mare Nostrum Romae avrebbe già iniziato i lavori per la costruzione della struttura di tredicimila metri quadrati da edificare su due piani sotto il laghetto dell’Eur. Solo in parte saranno mostrati ambienti marini in maniera virtuale. Nel progetto, infatti, è considerata la possibilità di detenere specie in via di estinzione, ossia i famosi, quanto inutili, programmi di salvaguardia di animali rari che servono, in realtà, a mantenere in vita gli interessi commerciali degli zoo.

“Il fatto che nel Comitato Scientifico che sosterrà l’acquario dell’Eur sia presente il Bioparco di Roma, oltre che presenze discutibili come Federpesca, non può che preoccuparci“, ha dichiarato Giovanni Guadagna, Responsabile Ufficio Cattività di ENPA. “Vi è infatti – ha aggiunto – il concreto rischio che l’intento di salvaguardare specie in via di estinzione possa in realtà divenire alibi per detenere, all’interno di fittizie ricostruzioni di ambienti marini, moltissimi pesci e altri animali acquatici, anche di cattura. Notoriamente, infatti, la salvaguardia della biodiversità tramite progetti di riproduzione e scambio di animali rari varati dalle stesse organizzazioni di zoo, ha fornito l’alibi etico per continuare a giustificare gli interessi commerciali basati sulla prigionia in zoo ed acquari”.
“Non riusciamo a capire – ha commentato Claudio Locuratolo, Commissario ENPA di Roma – perché, per salvaguardare l’ambiente marino, non si spendono i 50 milioni di euro di investimenti previsti per l’acquario, in progetti di protezione del litorale laziale, già gravemente minacciato da edilizia speculativa e dagli stessi scarichi dei fiumi che, incredibilmente, la Società costruttrice dell’Acquario richiama per giustificare la valenza educativa del progetto”.

Secondo Enpa la costruzione di una tale struttura non solo rischia di creare le condizioni per un nuovo zoo acquatico, ma fornirebbe, con i suoi intenti di spettacolarizzazione della natura e di stimolo delle emozioni nel visitatore, un “suggerimento” a possedere all’interno delle proprie case acquari e terrai notoriamente causa, ogni anno, della morte di milioni di pesci ed altri piccoli animali. La natura va protetta difendendola sul campo ed educando le persone a rispettarla secondo un vero percorso educativo privo di animali prigionieri. ENPA chiede pertanto al Comune di Roma maggiore chiarezza sugli scopi della struttura e se questa comprenderà animali vivi. Finora, infatti, le notizie apparse sull’eventuale presenza di animali sono molto ambigue.

4 gennaio 2008

La comunità di Veroli avvierà nuove terapie con gli animali


Dopo la tragica notizia dell'uccisione dell'asinello avvenuta a Veroli si è scatenata una vera e propria corsa di solidarietà da tutta Italia che ha visto il suo apice lo scorso 23 dicembre. Di solito in questa data si incartano gli ultimi doni da mettere sotto l'albero e invece tante persone, dal Sindaco al Comandante della locale stazione dei Carabinieri, dai membri della banda musicale di Veroli a tanti privati cittadini, si sono ritrovati presso l’ex convento dei cappuccini dove ha sede il centro diurno per disabili, per assistere alla consegna degli asinelli da parte di donatori provenienti da tutta Italia. Anche l'Enpa era presente con Paolo Spicacci, coordinatore regionale del Lazio, con Nives Campanelli presidente provinciale Enpa di Frosinone e Balù, uno stupendo asinello di 22 mesi che il suo proprietario Francesco Capitani di Subiaco, ha gentilmente regalato alla Comunità di Veroli grazie all’interessamento della Protezione Animali. Il trasporto di Balù è avvenuto grazie alla disponibilità di un altro amico dell'Enpa, Curzio, anch’egli di Subiaco. Nonostante il maltempo di quel giorno, si è presentato puntuale con il suo furgone con dentro Balù. E' stata una grande festa di solidarietà e di civiltà e di amore per i disabili con il riconoscimento del grande valore educativo per questi animali troppo spesso maltrattati. La consegna è avvenuta con grande naturalezza e spontaneità. Nei giorni prossimi avverrà un'ulteriore consegna di asini e il coordinatore Paolo Spicacci, oltre a occuparsi, insieme agli amici di Subiaco, del mantenimento di questi simpatici animali, ha dichiarato che avvierà con la Comunità una serie di progetti pilota sia per l'onoterapia (quella fatta con gli asini) sia per l'ippoterapia (con i cavalli) sia, infine, per la pet therapy (con tutti gli altri animali).

21 dicembre 2007

Dodici asinelli per il Centro Disabili di Veroli


Una vera e propria gara di solidarietà è scattata nei confronti dei bambini di Veroli, in provincia di Frosinone, utenti di un centro di terapia per disabili che utilizzavano un asinello per la pet therapy. Martedì mattina, i piccoli ospiti trovarono l’asinello morto, ucciso da un colpo di pistola alla tempia. All’animale era inoltre stato tagliato un orecchio prima di essere gettato in una scarpata.

All’Enpa è stato subito offerto un l’asinello per rimpiazzare quello morto. Una persona di Subiaco, vicina all’associazione, ha deciso di donare Balù, uno splendido asino di 18 mesi che il coordinatore regionale della Protezione Animali del Lazio, Paolo Spicacci, si è fatto carico di trasportare. Contemporaneamente, però, da tutta Italia è partita una gara di solidarietà, per cui all’associazione di Veroli sono stati donati altri 11 asinelli provenienti da ogni parte del Paese, dalla Sicilia al Veneto sono arrivate donazioni di equidi. La cosa ha molto stupito sia i responsabili del centro del frusinate, sia l’Enpa, dal momento che non era stato lanciato alcun appello in tal senso. Una solidarietà, quindi, del tutto spontanea che sta a dimostrare come ci siano tante persone che amano sia i bambini, sia gli animali. Tale solidarietà, inoltre, suona anche come una dura condanna agli autori dell’ignobile e vile gesto criminale. Gli asinelli saranno consegnati all’associazione domenica prossima, 23 dicembre, alla presenza delle autorità cittadine, civili e militari. In rappresentanza dell’Enpa sarà presente anche Paolo Spicacci, coordinatore regionale del Lazio. Dal canto suo, l’associazione che gestisce il centro ha provveduto tempestivamente all’ampliamento della stalla e all’assunzione di un guardiano notturno che da domenica sera vigilerà sugli animali.

20 dicembre 2007

Primato di incidenti con grandi felini al circo di Moira Orfei


Durante il periodo natalizio vi sarà un “affollamento” di circhi con animali nella capitale, due Orfei ed un Togni, per giunta con più zeri in condotta. Si incomincia domani, 19 dicembre, con il Moira Orfei il cui “spettacolo”, intitolato “Una Tigre per Amore”, comprende persino felini geneticamente modificati. E’ il caso di tigri e leoni bianchi, frutto di selezioni genetiche adoperate tramite frequenti accoppiamenti tra consanguinei. Purtroppo assieme al mantello i felini hanno ereditato malattie ereditarie le cui potenzialità negative sono notoriamente esaltate da tali tipi di accoppiamenti. Eppure il circo li evidenzia in vero e proprio campionario da fenomeno da baraccone. (ENPA)

“Lo spettacolo circense sarebbe più veritiero – ha dichiarato Giovanni Guadagna, Responsabile Ufficio Cattività di ENPA - se Moira Orfei illustrasse al pubblico se tra le tigri esibite nelle gabbie montate a Roma, vi sono anche quelle che hanno ucciso o ferito persone durante gli addestramenti”.
E’ da notare come il circo di Moira Orfei, abbia selezionato in dieci anni, il numero più alto di morti e feriti dovuti ad aggressioni di tigri. Un addestratore ed un inserviente uccisi, altrettanti feriti, tra cui il figlio della stessa Orfei Stefano Nones, ed almeno altre quattro persone artigliate, rappresentano - secondo l’Enpa - la drammatica dimostrazione di una realtà poco conosciuta.
“La tigre in addestramento – ha aggiunto Guadagna – viene costretta nella forzata repressione dei propri istinti naturali. E’ già questa, a nostro avviso, una forma di violenza il cui prodotto è un animale privato dei propri diritti, innanzi tutto quello alla libertà ed a prescindere se già nato in gabbia o rubato alla vita libera, come nel caso degli elefanti prigionieri dei circhi”.
Claudio Locuratolo, invece, Responsabile della sede romana dell’Enpa, ha lanciato un accorato appello al comune:
“Chiediamo con forza all’Ufficio Diritti Animali del Comune di Roma, ed alla Consigliera Delegata Monica Cirinnà in particolare, di controllare scrupolosamente le condizioni di detenzione degli animali di tutti i circhi presenti a Roma, sperando almeno che venga fatto rispettare il Regolamento comunale in difesa degli animali. Già pochi anni addietro – ha aggiunto Locuratolo – proprio a Roma il Moira Orfei fu trovato inadempiente ad alcune prescrizioni in difesa degli animali, appena dopo che il Comune di Modena, autore di un analogo Regolamento, vietò al suo circo di entrare in città.”

Sempre a proposito dei circhi presenti per questo natale a Roma, l’Enpa denuncia come le assurde condizioni di detenzione siano oggetto di rinvio a giudizio dei responsabili del circo Lidia Togni, mentre di Liana Orfei, presente sempre nella capitale con lo spettacolo “Cenerentola On Ice”, ci rimangono le incredibili descrizioni delle tecniche di addestramento da lei pubblicate alcuni anni fa. Dalle tigri vigliacche ed infide alle iene imbecilli e stupide. Tutto riportato nel dossier Enpa dal titolo “Il Circo Prigione degli Animali”, consultabile nelle pagine dell’Ufficio Cattività del sito www.enpa.it. Nello stesso dossier, inoltre, sono riportati i finanziamenti concessi dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali ai circhi (fino a 300mila euro annui per l’impresa che gestisce il Circo di Moira Orfei). Il tutto nonostante che in un solo anno gli incassi al botteghino dei circhi italiani, come recentemente reso noto dall’Enpa, si siano ridotti di quasi l’ottanta per cento (fonte SIAE, raffronto primo semestre 2006-2007) per via della presenza in Italia del più grande spettacolo circense al mondo senza animali, ossia il canadese Cirque du Soleil, che da solo ha incassato nei primi mesi 2006, più di quanto tutti i circhi italiani con animali sono riusciti a fare in un anno.

18 dicembre 2007

Aiutava i bambini disabili l'asino ucciso a Frosinone


"E' un atto di inspiegabile ferocia, di vergognosa violenza". Così Paolo Spicacci, Coordinatore regionale Enpa del Lazio commenta l'uccisione di un asino impiegato in un progetto di pet therapy.

Il fatto è avvenuto a Veroli, in provincia di Frosinone, dove l'asino veniva coinvolto in un programma di terapie assistite con animali in un centro diurno per disabili. L'asino è stato ucciso con un colpo di pistola; gli ignoti autori del gesto, dopo l'uccisione dell'animale, hanno anche tagliano un orecchio all'equide.
"Un atto così grave è, per le modalità descritte, un episodio sul quale indagare", ha aggiunto Spicacci, per il quale i Carabinieri giunti sul posto sicuramente riusciranno a individuare i responsabili. "Agli autori di questo gesto deve essere data una punzione esemplare - ha dichiarato ancora Spicacci - applicando la Legge 189 che prevede il carcere per fatti simili".

Enpa invita tutti i soggetti che dovessero avere informazioni a rivolgersi ai carabinieri del posto e fornire ogni dettaglio utile alla individuazione degli autori. Sul caso, Enpa annuncia la costituzione di parte civile.

13 dicembre 2007

Macellazione rituale: il Comandante dei Vigili di Reggio Emilia la ritiene lecita


La sezione provinciale Enpa di Reggio Emilia, ha diffidato Antonio Russo, Comandante della Polizia municipale del capoluogo emiliano, perché ha dato precise disposizioni, tra l’altro per iscritto, affinché i vigili urbani della città, non intervengano per impedire o eventualmente sanzionare la macellazione di animali “ancorché non eseguita secondo i dettami di Legge”.

Nel provvedimento si legge che la macellazione eseguita al di fuori delle opportune sedi, senza lo stordimento preventivo degli animali, che muoiono spesso tra enormi sofferenze, è da considerarsi legale perché tiene conto delle tradizioni religiose di islamici ed ebrei. Nel ribadire che la Legge italiana è uguale per tutti, e che le norme igienico-sanitarie e a tutela degli animali non possono essere sottomesse alle tradizioni di religioni, di sette religiose e simili, la sezione provinciale di Reggio Emilia, il 20 novembre scorso, ha già avuto un incontro con le parti in causa.
Tale incontro si è tenuto nella sala consiliare della Provincia di Reggio Emilia e vi hanno partecipato i rappresentanti dell’ASL, rappresentanti delle associazioni islamiche, del servizio veterinario e igiene degli alimenti della regione Emilia Romagna, del Centro di Referenza Nazionale sul Benessere Animale dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia Romagna. Nel corso di tale riunione, sono state illustrate le tecniche alternative alla classica macellazione rituale senza preventivo stordimento dell’animale. A fine della riunione sono stati illustrati due metodi alternativi che consentono di limitare la sofferenza dell’animale durante la macellazione e contemporaneamente rispettare i rituali religiosi. I due metodi sono descritti in un documento scaricabile qui. La prossima riunione è prevista per domani 14 dicembre.

Intanto, 41 deputati di varie forze politiche, tra cui il presidente federale della Lega Nord Angelo Alessandri e l’onorevole Donatella Poretti della Rosa nel Pugno, hanno presentato un’interrogazione parlamentare ai Ministri dell’Interno e della Salute, Giuliano Amato e Livia Turco, per conoscere “quali provvedimenti intenda prendere nei confronti della circolare della Polizia Municipale di Reggio Emilia che ritiene prevalente rispettare i dettami del rito religioso invece che quelli della legge dello Stato; - quali provvedimenti il ministero intenda prendere per fronteggiare questa emergenza e per fare in modo che le leggi che disciplinano le macellazioni rituali siano rispettate”.

Analoga intenzione è stata annunciata dal vicepresidente del gruppo di Forza Italia a Montecitorio Isabella Bertolini. Il testo dell’interrogazione è consultabile sul sito.

5 dicembre 2007

Crollo degli incassi del circo con gli animali


PERSO IL 77% DEGLI INTROITI. ENPA: “E’ UN MODELLO SUPERATO”

Nei primi otto mesi del 2007, i circhi italiani hanno incassato il 76,94% in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Gli spettatori sono diminuiti di oltre il 40%.

Secondo i dati della Siae, il circo italiano nel suo insieme ha incassato 3.719.998 euro nei primi otto mesi dell’anno. Nello stesso periodo del 2006, invece, grazie alla presenza del canadese “Cirque du Soleil”, interamente senza animali, che si è esibito solo su due piazze italiane e per poche settimane, si sono registrati incassi per 16 milioni di euro. Poi, dopo la partenza di quest’ultimo, negli ultimi quattro mesi dello stesso anno, nonostante vi fossero le vacanze natalizie, gli incassi sono scesi a cinque milioni.

Sono bastate, infatti, poche settimane del 2006 che hanno interessato solo due piazze occupate in Italia dal circo canadese senza animali, per sconvolgere le statistiche della Siae basate fino ad ora sulle centinaia di città occupate, nell’arco di un anno intero, dalle imprese circensi italiane.
La differenza tra le due percentuali, secondo Enpa, rivela come sia venuto meno un pubblico copioso e disposto a spendere probabilmente di più pur di assistere ad uno spettacolo di qualità.

Il clamoroso abbandono, infatti, secondo Enpa non va imputato solo all’ormai acclarata disaffezione verso uno spettacolo vecchio perché ancora basato sulla cattività degli animali, ma bensì per la scelta di un pubblico sensibile che si rivolge a spettacoli circensi privi di animali. Il crollo del circo, infatti, è da imputare all’enorme successo di pubblico fatto registrare dalla tournèe italiana del Cirque du Soleil, interamente senza animali.

Dal confronto dei dati Siae pubblicati nel 2006 (rapporto semestrale e rapporto annuale) e 2007 (rapporto semestrale), è possibile desumere un incasso annuo delle imprese circensi italiane prossimo a otto milioni di euro.
“Il motivo per cui il circo italiano non vuole abbandonare il vecchio spettacolo con animali mantenuti in incredibili condizioni di costrizione – ha dichiarato Giovanni Guadagna, Responsabile Ufficio Cattività dell’Enpa – è da ricercare nei lucrosi contributi elargiti dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, il quale continua a privilegiare il circo di tradizione, ossia con animali prigionieri. I dati diffusi ora dalla Siae – ha aggiunto Guadagna – fanno precipitare il circo con animali a livelli confrontabili, bene che vada, al 2005, mentre quasi tutte le altre attività spettacolari fanno registrare sensibili incrementi di pubblico”.
Le imprese circensi italiane ricevono dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, contributi che si avvicinano ai due milioni di euro l’anno, cifre negli anni attestate solo per l’attività in Italia, e destinate a finanziare uno spettacolo basato sulla prigionia di migliaia di esseri viventi. Questo nonostante il formale impedimento di sovvenzionare circhi condannati per maltrattamento di animali.
Tale somma favorisce prevalentemente una decina di essi (quasi tutti aderenti all’Ente Nazionale Circhi) con notevoli distacchi, anche tra loro, nella cifra erogata. Nel 2006, ad esempio, per l’attività all’interno dei confini nazionali, appena 43 imprese del circo italiano hanno ricevuto ben 1.823.000 euro (fonte: Ministero Beni Culturali, 2007). Si tratta di un contributo enorme e mal distribuito (solo a Moira Orfei sono stati assegnati 300.000 euro), soprattutto se si pensa all’esiguità delle imprese circensi rispetto a quelle di altri Settori dello spettacolo. Altri capitoli del FUS (Fondo Unico dello Spettacolo) sono comunque riservati ai circhi. Per l’attività del 2006 (Ministero Beni Culturali, 2007) il circo italiano ha incassato centomila euro per il Festival del Circo di Latina, trecentosettantamila per l’Accademia di Arte Circense (pochissimi allievi a pagamento), centocinquantamila euro per l’Associazione Assistenza Spettacolo Viaggiante e Circhi Equestri, altri centomila per l’Associazione Nazionale Sviluppo Arti Circensi, ben 50mila per iniziative editoriali dell’Ente Nazionale Circhi. Non sono ancora note le cifre stanziate per altri capitoli di spesa. Per questi, Enpa riporta gli ultimi dati relativi all’attività 2005, pubblicati dal Ministero: 68.103 euro quale contributo ai circhi per danni conseguenti ad eventi fortuiti; 729.739 euro contributo acquisto macchinari ed attrezzature; 785.000 euro quale contributo campagne promozionali e 984.000 euro per l’attività all’estero. Quest’ultimo contributo è il più incredibile. Mentre in Italia la presenza di un circo estero di qualità, quale il Cirque du Soleil, sconvolge le classifiche dei magri incassi di tutti i circhi italiani, l’Italia esporta un circo nazionale con meno vincoli qualitativi rispetto agli spettacoli in Italia ed arrivando addirittura negli anni a finanziare, per le tournèe all’estero e per singolo soggetto, la quota più alta di tutte le imprese spettacolari italiane, lirica compresa.

Di fatto, secondo la SIAE, le cifre prodotte dal circo italiano sono nuovamente precipitate in fondo alla lista. Innanzi a lui vi è solo il raggruppamento relativo alle imprese di burattini e marionette. Una raccolta completa di dati e considerazioni sul circo è da pochi giorni illustrata nel nuovo Dossier ENPA sullo spettacolo viaggiante, pubblicato nelle pagine dell’Ufficio Cattività del sito www.enpa.it (clicca qui per scaricare il documento). Il Dossier illustra le tecniche di addestramento, quelle di detenzione negli zoo, il numero e le specie di animali, la normativa, il sistema contributivo italiano ed i principali circhi finanziati. (5 dicembre).

30 novembre 2007

Nove colombi maltrattati sequestrati dall'ENPA


Nove colombi comuni sono stati sequestrati dalle Guardie Zoofile dell’Enpa di Genova all’interno di una stazione della Polizia Municipale. Le Guardie della Protezione Animali avevano ricevuto la segnalazione da un veterinario, relativa alla presenza di colombi in cattive condizioni. Giunte sul posto, le Guardie dell’Enpa hanno trovato, appesa a un muro del giardino della stazione della Municipale, una piccola cassettina di legno; all’interno c’erano i nove colombi: così stretti da stare l’uno sull’altro, gonfi, segnati e sporchi. Nella stessa gabbia c’erano acqua torbida e maleodorante, due vaschette contenente mais misto a guano. Le Guardie dell’Enpa, nell’impossibilità di identificare il detentore degli animali, hanno sequestrato gli animali ricoverandoli presso il Centro Veterinario Animal Assistance. I volatili, ora, si trovano in un’ampia voliera, sono stati visitati e curati. Le Guardie Enpa hanno presentato una denuncia contro ignoti per detenzione in condizioni incompatibili di animali.

9 settembre 2007

METTI UN GIORNALISTA A TAVOLA. ENPA CHIEDE UNA RICETTA A L'UNIONE SARDA: COME DIVENTA BUONO UN REDATTORE?


È stato pubblicato sul quotidiano l'Unione Sarda un articolo su riti e superstizioni legate ai gatti che comprende, in un box dedicato, una ricetta su come cucinare il quattrozampe alla cacciatora. Alle indignate lettere dei lettori, viene risposto che si tratta di un testo di denuncia per far giungere più forte un segnale sui maltrattamenti ai felini.

L'Enpa, comprendendo che non si riscontra alcun reato nel pubblicare una ricetta - ma forse un paio di righe che esplicitassero che metterla in atto sì che è un reato non ci stavano malaccio - suggerisce, insolitamente in contrasto con i propri principi non violenti, un'alternativa altrettanto cruenta e non-vegetariana alla proposta fatta dall'autore del testo. Perché, visto che di ironia si tratta, come ribadito dalla redazione de L'Unione Sarda, non imbandire ai propri ospiti per cena uno splendido esemplare di giornalista? Si suggerisce opportunamente un trattamento preventivo alla cottura attuato con un bagno in aceto e odori vari, il tutto dopo accurata epilazione dell'animale, al fine di evitare spiacevoli inconvenienti. L'Enpa si chiede se, almeno con le attenzioni di uno chef di grido, l'autore dell'articolo potrebbe diventare, anche se di stretta misura, un pochino più buono.

Peccato che la vita dei gatti di strada non sia ricca di altrettanto senso dell'umorismo e che sia a volte difficile comprendere il confine tra un reato che - l'Enpa lo ripete - non è stato commesso in questo caso, e un atto di pessimo gusto, quello di fare ironia su un tema che fa ridere davvero poco le migliaia di vittime di azioni indescrivibili. E infine la Protezione Animali chiede una breve riflessione sull'utilità di fornire dettagli che qualche persona - priva del tutto di ironia ma non di fantasie deprecabili - potrebbe imitare.