5 dicembre 2007

Crollo degli incassi del circo con gli animali


PERSO IL 77% DEGLI INTROITI. ENPA: “E’ UN MODELLO SUPERATO”

Nei primi otto mesi del 2007, i circhi italiani hanno incassato il 76,94% in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Gli spettatori sono diminuiti di oltre il 40%.

Secondo i dati della Siae, il circo italiano nel suo insieme ha incassato 3.719.998 euro nei primi otto mesi dell’anno. Nello stesso periodo del 2006, invece, grazie alla presenza del canadese “Cirque du Soleil”, interamente senza animali, che si è esibito solo su due piazze italiane e per poche settimane, si sono registrati incassi per 16 milioni di euro. Poi, dopo la partenza di quest’ultimo, negli ultimi quattro mesi dello stesso anno, nonostante vi fossero le vacanze natalizie, gli incassi sono scesi a cinque milioni.

Sono bastate, infatti, poche settimane del 2006 che hanno interessato solo due piazze occupate in Italia dal circo canadese senza animali, per sconvolgere le statistiche della Siae basate fino ad ora sulle centinaia di città occupate, nell’arco di un anno intero, dalle imprese circensi italiane.
La differenza tra le due percentuali, secondo Enpa, rivela come sia venuto meno un pubblico copioso e disposto a spendere probabilmente di più pur di assistere ad uno spettacolo di qualità.

Il clamoroso abbandono, infatti, secondo Enpa non va imputato solo all’ormai acclarata disaffezione verso uno spettacolo vecchio perché ancora basato sulla cattività degli animali, ma bensì per la scelta di un pubblico sensibile che si rivolge a spettacoli circensi privi di animali. Il crollo del circo, infatti, è da imputare all’enorme successo di pubblico fatto registrare dalla tournèe italiana del Cirque du Soleil, interamente senza animali.

Dal confronto dei dati Siae pubblicati nel 2006 (rapporto semestrale e rapporto annuale) e 2007 (rapporto semestrale), è possibile desumere un incasso annuo delle imprese circensi italiane prossimo a otto milioni di euro.
“Il motivo per cui il circo italiano non vuole abbandonare il vecchio spettacolo con animali mantenuti in incredibili condizioni di costrizione – ha dichiarato Giovanni Guadagna, Responsabile Ufficio Cattività dell’Enpa – è da ricercare nei lucrosi contributi elargiti dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, il quale continua a privilegiare il circo di tradizione, ossia con animali prigionieri. I dati diffusi ora dalla Siae – ha aggiunto Guadagna – fanno precipitare il circo con animali a livelli confrontabili, bene che vada, al 2005, mentre quasi tutte le altre attività spettacolari fanno registrare sensibili incrementi di pubblico”.
Le imprese circensi italiane ricevono dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, contributi che si avvicinano ai due milioni di euro l’anno, cifre negli anni attestate solo per l’attività in Italia, e destinate a finanziare uno spettacolo basato sulla prigionia di migliaia di esseri viventi. Questo nonostante il formale impedimento di sovvenzionare circhi condannati per maltrattamento di animali.
Tale somma favorisce prevalentemente una decina di essi (quasi tutti aderenti all’Ente Nazionale Circhi) con notevoli distacchi, anche tra loro, nella cifra erogata. Nel 2006, ad esempio, per l’attività all’interno dei confini nazionali, appena 43 imprese del circo italiano hanno ricevuto ben 1.823.000 euro (fonte: Ministero Beni Culturali, 2007). Si tratta di un contributo enorme e mal distribuito (solo a Moira Orfei sono stati assegnati 300.000 euro), soprattutto se si pensa all’esiguità delle imprese circensi rispetto a quelle di altri Settori dello spettacolo. Altri capitoli del FUS (Fondo Unico dello Spettacolo) sono comunque riservati ai circhi. Per l’attività del 2006 (Ministero Beni Culturali, 2007) il circo italiano ha incassato centomila euro per il Festival del Circo di Latina, trecentosettantamila per l’Accademia di Arte Circense (pochissimi allievi a pagamento), centocinquantamila euro per l’Associazione Assistenza Spettacolo Viaggiante e Circhi Equestri, altri centomila per l’Associazione Nazionale Sviluppo Arti Circensi, ben 50mila per iniziative editoriali dell’Ente Nazionale Circhi. Non sono ancora note le cifre stanziate per altri capitoli di spesa. Per questi, Enpa riporta gli ultimi dati relativi all’attività 2005, pubblicati dal Ministero: 68.103 euro quale contributo ai circhi per danni conseguenti ad eventi fortuiti; 729.739 euro contributo acquisto macchinari ed attrezzature; 785.000 euro quale contributo campagne promozionali e 984.000 euro per l’attività all’estero. Quest’ultimo contributo è il più incredibile. Mentre in Italia la presenza di un circo estero di qualità, quale il Cirque du Soleil, sconvolge le classifiche dei magri incassi di tutti i circhi italiani, l’Italia esporta un circo nazionale con meno vincoli qualitativi rispetto agli spettacoli in Italia ed arrivando addirittura negli anni a finanziare, per le tournèe all’estero e per singolo soggetto, la quota più alta di tutte le imprese spettacolari italiane, lirica compresa.

Di fatto, secondo la SIAE, le cifre prodotte dal circo italiano sono nuovamente precipitate in fondo alla lista. Innanzi a lui vi è solo il raggruppamento relativo alle imprese di burattini e marionette. Una raccolta completa di dati e considerazioni sul circo è da pochi giorni illustrata nel nuovo Dossier ENPA sullo spettacolo viaggiante, pubblicato nelle pagine dell’Ufficio Cattività del sito www.enpa.it (clicca qui per scaricare il documento). Il Dossier illustra le tecniche di addestramento, quelle di detenzione negli zoo, il numero e le specie di animali, la normativa, il sistema contributivo italiano ed i principali circhi finanziati. (5 dicembre).

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