9 gennaio 2008

L'ENPA TEME CHE L'ACQUARIO PREVISTO A ROMA NEL QUARTIERE EUR POSSA DIVENTARE UN NUOVO ZOO


Dopo il bluff del Bioparco, che di fatto continua a riproporre con numerose iniziative il concetto di zoo, si rischia ora di presentare una nuova struttura di detenzione di animali, questa volta acquatici, nei pressi del laghetto dell’Eur.
Resuscitando un vecchio progetto risalente alla fine degli anni Novanta, la società Mare Nostrum Romae avrebbe già iniziato i lavori per la costruzione della struttura di tredicimila metri quadrati da edificare su due piani sotto il laghetto dell’Eur. Solo in parte saranno mostrati ambienti marini in maniera virtuale. Nel progetto, infatti, è considerata la possibilità di detenere specie in via di estinzione, ossia i famosi, quanto inutili, programmi di salvaguardia di animali rari che servono, in realtà, a mantenere in vita gli interessi commerciali degli zoo.

“Il fatto che nel Comitato Scientifico che sosterrà l’acquario dell’Eur sia presente il Bioparco di Roma, oltre che presenze discutibili come Federpesca, non può che preoccuparci“, ha dichiarato Giovanni Guadagna, Responsabile Ufficio Cattività di ENPA. “Vi è infatti – ha aggiunto – il concreto rischio che l’intento di salvaguardare specie in via di estinzione possa in realtà divenire alibi per detenere, all’interno di fittizie ricostruzioni di ambienti marini, moltissimi pesci e altri animali acquatici, anche di cattura. Notoriamente, infatti, la salvaguardia della biodiversità tramite progetti di riproduzione e scambio di animali rari varati dalle stesse organizzazioni di zoo, ha fornito l’alibi etico per continuare a giustificare gli interessi commerciali basati sulla prigionia in zoo ed acquari”.
“Non riusciamo a capire – ha commentato Claudio Locuratolo, Commissario ENPA di Roma – perché, per salvaguardare l’ambiente marino, non si spendono i 50 milioni di euro di investimenti previsti per l’acquario, in progetti di protezione del litorale laziale, già gravemente minacciato da edilizia speculativa e dagli stessi scarichi dei fiumi che, incredibilmente, la Società costruttrice dell’Acquario richiama per giustificare la valenza educativa del progetto”.

Secondo Enpa la costruzione di una tale struttura non solo rischia di creare le condizioni per un nuovo zoo acquatico, ma fornirebbe, con i suoi intenti di spettacolarizzazione della natura e di stimolo delle emozioni nel visitatore, un “suggerimento” a possedere all’interno delle proprie case acquari e terrai notoriamente causa, ogni anno, della morte di milioni di pesci ed altri piccoli animali. La natura va protetta difendendola sul campo ed educando le persone a rispettarla secondo un vero percorso educativo privo di animali prigionieri. ENPA chiede pertanto al Comune di Roma maggiore chiarezza sugli scopi della struttura e se questa comprenderà animali vivi. Finora, infatti, le notizie apparse sull’eventuale presenza di animali sono molto ambigue.

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