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12 febbraio 2008

Caccia chiusa: firma la petizione


Domani si chiude un’altra stagione di caccia con centinaia di migliaia di animali uccisi e già gravemente provati dai vasti incendi estivi: un bilancio tragico al quale la LAV contrappone, in positivo, le prime 15 mila firme di cittadini che in poco più di quattro mesi hanno deciso di sostenere la Proposta di Legge 1668 - d’iniziativa dei deputati Mellano, Zanella, Beltrandi, Camillo Piazza - per l’abolizione del diritto di accesso dei cacciatori ai terreni privati, previsto dall’art. 842 del Codice civile che incredibilmente autorizza i cacciatori a non rispettare una proprietà privata nell’esercizio del loro sanguinario passatempo.

“Tutti i cittadini possono sostenere questa iniziativa firmando la petizione su www.lav.it al fine di difendere il principio di uguaglianza dei cittadini sancito dalla Costituzione e di salvare la vita a migliaia di animali”, dichiara Massimo Vitturi, responsabile nazionale LAV settore caccia e fauna.

La chiusura di questa stagione venatoria non coincide necessariamente con l’inizio di un periodo di tregua per gli animali selvatici: “in alcune province italiane proseguono i “piani di controllo” della fauna selvatica. Questo significa che caprioli, cinghiali, volpi, nutrie continueranno ad essere uccisi perché considerati troppo numerosi sulla base di discutibili conteggi effettuati dagli stessi cacciatori o perché predatori di animali (lepri e fagiani) di primario interesse delle doppiette. - prosegue Massimo Vitturi - Ricordiamo, inoltre, che la tutela della fauna selvatica e dell’ambiente richiede un maggiore e concreto impegno delle amministrazioni locali in materia di prevenzione degli incendi estivi, che negli ultimi anni hanno causato danni gravissimi senza purtroppo determinare un responsabile e significativo fermo della caccia.”

“Alle stragi di caccia si sommano le illegalità e i danni alla fauna e all’ambiente commessi dai bracconieri: questi alimentano una vera a propria attività criminale organizzata che coinvolge trafficanti di armi modificate, coloro che affittano postazioni di caccia e coloro che commerciano animali, sia animali vivi che morti - dichiara Ciro Troiano, responsabile Osservatorio Zoomafia LAV - Nei mercati abusivi di fauna selvatica, come quello di Ballarò a Palermo e di Via Brecce a Sant’Erasmo di Napoli, ogni settimana sono venduti centinaia di uccelli per un introito per mercato di circa 250.000 euro all’anno; la vendita di animali imbalsamati e il traffico di fauna per l’alimentazione umana, muovono invece un giro d’affari illegale stimato in circa 5 milioni di euro: una piaga da arginare attraverso attività investigative abitualmente utilizzare a contrasto della criminalità organizzata”.

Link correlati:
Approfondimenti sulla caccia, dal sito LAV
Petizione contro il diritto di accesso ai terreni privati

24 gennaio 2008

Papa benedice mucche e maiali, LAV: ipocrisia


“A San Pietro giovedì 17 gennaio c'è stata una benedizione degli allevatori non di mucche, maiali, pecore e galline che finiranno comunque alla macellazione. Un esercizio di pura ipocrisia”. Così Gianluca Felicetti, presidente della LAV, commenta la ricorrenza di Sant’Antonio Abate, in Vaticano, con la manifestazione organizzata dall’Associazione Italiana Allevatori per la benedizione del cardinale Angelo Comastri, vicario del Santo Padre.

“Forse non a caso Papa Benedetto XVI, proprio domenica scorsa, ha compiuto un grande passo indietro rispetto al sentire comune di moltissimi cattolici, così come rispetto ai suoi predecessori, dicendo che gli animali non saranno chiamati all’eternità. E pensare che Paolo VI era stato invece possibilista sul reincontro in Paradiso anche con gli animali e Giovanni Paolo II aveva attribuito anche agli animali il soffio divino”, prosegue Felicetti.

Per l’arrivo di centinaia se non di migliaia di animali d’allevamento in San Pietro, la LAV ha allertato l’Asl veterinaria e il Comune di Roma per svolgere tutti i controlli dovuti sul trasporto, lo scarico e il carico, uno stress inutile di centinaia e centinaia di chilometri in andata e ritorno solo a uso e consumo degli allevatori.

La LAV chiede ai cittadini con i propri animali salvati dalla strada come cani e gatti, così come dalla macellazione, di partecipare invece alle benedizioni che diversi parroci ormai svolgono da anni a favore degli animali in onore di Sant’Antonio Abate ogni 17 gennaio, seguendo le orme di Don Mario Canciani di San Giovanni dei Fiorentini a Roma, scomparso solo qualche mese fa.

10 gennaio 2008

Più controlli sulle strade per il benessere degli animali


Da oggi chi trasporta animali vivi privo della nuova “patente sul benessere degli animali” (certificazione di idoneità per i conducenti) è punito con una sanzione fino a 4.500 Euro. Il “certificato di idoneità” è uno dei nuovi adempimenti previsti dall’Unione Europea con il Regolamento 1/2005 sulla protezione degli animali durante il trasporto, al fine di migliore le gravi condizioni di viaggio degli animali vivi ed è una vera e propria “patente” del benessere degli animali che i conducenti devono avere obbligatoriamente per effettuare il trasporto degli animali.

Il Regolamento 1/2005 prevede, infatti, che i conducenti dei mezzi adibiti al trasporto di animali vivi, italiani e comunitari, debbano possedere adeguate conoscenze relative all’accudimento degli animali, saper valutare lo stress durante il trasporto e decidere le prime cure di emergenza in caso di condizioni di malessere degli stessi.

Il “certificato di idoneità” rappresenta quindi uno degli adempimenti previsti dal legislatore comunitario per fare fronte alle tante sofferenze cui gli animali sono sottoposti nel corso dei lunghi viaggi, che possono durare anche alcuni giorni, in condizioni indescrivibili di grave sovraffollamento, esposti a temperature torride o fredde, a seconda della stagione, e molto spesso senza ricevere adeguato trattamento e soste.

“L’Italia è in ritardo con l’applicazione della disciplina comunitaria e con l’emanazione di questi Certificati di idoneità, pur essendone nota la scadenza fin dal 2004 – dichiara Roberto Bennati Vicepresidente LAV – ancora una volta questo ritardo si traduce in gravi violazioni alle norme comunitarie, oltre che del benessere degli animali e della sensibilità dei cittadini, e rappresenta un grande regalo alle industrie della macellazione, che in questi mesi hanno sfruttato gravemente la mancanza di applicazione delle norme sul trasporto nel nostro Paese”.

“Siamo a conoscenza che molti trasportatori nazionali e comunitari non hanno ancora conseguito il Certificato di Idoneità e quindi effettueranno dei trasporti illegali – prosegue Bennati – chiediamo perciò alle Forze dell’Ordine adibite al controllo su strada e a tutte le Autorità veterinarie del nostro Paese di rafforzare i controlli al fine di sanzionare violazioni e accertare che il benessere degli animali possa trovare una necessaria e fondamentale applicazione, come più volte rilevato in diversi ambiti anche dalle Istituzioni comunitarie”.

9 gennaio 2008

Animali in tv: la LAV denuncia Pupo


Più che "alla lavagna", Pupo con RaiUno e la società Magnolia dovrebbero essere messi dietro alla lavagna. In punizione per la violenza sugli animali, un pinguino e un iguana portati contro natura ieri sera davanti alle telecamere di "Tutti alla lavagna!", peraltro in una trasmissione con coprotagonisti i bambini e con dichiarati fini educativi.

"Denunceremo i responsabili per maltrattamenti di questi animali selvatici, in particolare il pinguino è stato oggetto di una corrida in studio, un'assurdità viste le Linee Guida a protezione degli animali in tv dello stesso Segretariato Sociale della Rai e il pronunciamento della Commissione parlamentare di Vigilanza contro la ridicolizzazione di esseri viventi in ambito televisivo - ha detto Gianluca Felicetti, presidente della LAV - se la trasmissione continuerà, visto che vuole riproporre una vera classe scolastica, dovrebbe invece adempiere alla legge 189 del 2004 che prevede corsi integrativi scolastici per diffondere il rispetto degli animali".

L'uso del pinguino e dell'iguana nella puntata di ieri poteva essere tranquillamente evitato con la proposta di un filmato o con l'esibizione di un manichino in studio, come fatto per un dinosauro; gli animali vivi in studio, se non domestici come cani e gatti, e per la loro stessa tutela, peraltro non aggiungono audience. Si ricorda, inoltre, che Pupo aveva già raccolto un precedente di utilizzo di animali in tv con i "Pacchi", sempre di RaiUno.

18 dicembre 2007

Jurka: incontro tra le Associazioni e la Provincia di Trento


Lunedì 17 dicembre, la LAV, in compagnia di altre associazioni animaliste, ha incontrato il presidente della Provincia di Trento, on. Lorenzo Dellai. Scopo dell’incontro è stato ottenere notizie sullo stato di salute dell’orsa Jurka e sulle prospettive per il suo futuro.

Innanzi tutto sono state richieste le motivazioni che hanno determinato la cattura di Jurka. Il Presidente, supportato da due funzionari che seguono il progetto di reintroduzione dell’orso bruno, del quale fa parte anche Jurka, ha dichiarato che l’orsa è stata catturata in quanto aveva assunto comportamenti “problematici”. I comportamenti sono stati descritti anche con il supporto delle immagini che hanno illustrato numerose visite di Jurka presso insediamenti umani. Visite che non hanno mai messo a rischio nessun essere umano, pur essendosi l’orsa spinta anche nei pressi di case e luoghi frequentati. Eppure tanto è bastato perché il Presidente desse l’ordine di cattura e successiva reclusione dell’orsa in un piccolo e malsano recinto.

La nostra impressione è stata che il Presidente sia stato vittima degli stessi pregiudizi che il progetto del quale fa parte Jurka, avrebbe dovuto contribuire a rimuovere. Infatti è comunemente diffusa l’idea che gli orsi siano pericolosi per gli esseri umani, pur non essendo noi considerati prede da parte dei plantigradi!

Esiste uno studio scandinavo, basato su 800 incontri documentati dell’orso bruno da parte degli umani. Ebbene in nessun caso l’orso si è dimostrato ostile nei confronti dell’uomo. Gli orsi possono attaccare un uomo solamente per difendere sé stessi (nel caso siano stati feriti), i propri cuccioli ed il cibo, in pratica comportandosi come qualsiasi essere umano che dovesse trovarsi in analoghe situazioni di pericolo.

Jurka si è avvicinata ed ha attraversato luoghi normalmente frequentati dagli esseri umani e questo è effettivamente un comportamento “anomalo” per una specie che sfugge l’uomo appena ne sente l’odore.
Il suo comportamento avrebbe potuto generare curiosità, desiderio di capire perché Jurka si è tanto avvicinata a noi, cercando forse un contatto, un dialogo interspecifico.
A questo atteggiamento la provincia di Trento ha risposto con la classica arroganza umana: cattura e deportazione. Chiusura di qualsiasi possibilità di dialogo e confronto con una specie che, forse, cercava un contatto con animali (noi esseri umani) temuti da millenni e che oggi, almeno nel nostro Paese, non rappresentano più un pericolo.

E’ quanto successo quest’estate in un piccolo comune della provincia di Imperia, dove un cinghiale selvatico ha vinto la naturale diffidenza nei confronti dell’essere umano e, attratto irresistibilmente dalle crocchette per gatti, è diventato la mascotte dei cittadini che lo hanno battezzato Bacì. Tanto per dare il giusto peso alle voci che vogliono il cinghiale un animale pericoloso ed aggressivo.

Ora il futuro di Jurka prevede un recinto di maggiori dimensioni, con una migliore esposizione, lontano dalla curiosità dei turisti. Di liberazione il presidente Dellai non vuole proprio sentire parlare, nonostante le reiterate sollecitazioni che, in conclusione dell’incontro, hanno determinato un palpabile nervosismo e l’irritazione del Presidente.

La chiusura alle richieste della LAV e delle altre Associazioni, supportata da documentazioni, norme ed autorizzazioni, è stata totale. In subordine è stato quindi chiesto di allestire un recinto molto più grande degli 8.000 metri quadri previsti nella nuova collocazione. Anche in questo caso il muro di gomma istituzionale ha citato l’idoneità formale della nuova installazione, in quanto provvisoria, in attesa di organizzare un vero e proprio centro che preveda anche l’accoglienza di orsi eventualmente feriti e quindi bisognosi di cure prima della reintroduzione in natura.

Di una cosa vi è certezza: Jurka non doveva essere catturata e l’incontro con il Presidente Dellai ha rafforzato questa convinzione. La decisione del Presidente è stata determinata dalla sua paura, mascherata dal dovere istituzionale di garantire sicurezza ai suoi concittadini.

29 novembre 2007

Conigli allevati e uccisi senza regole


900 milioni di conigli ogni anno nel mondo, di cui 350 milioni nell’Unione Europea e quasi altrettanti in Cina, sono allevati e uccisi senza alcuna regola e senza alcuna protezione nella maggior parte dei paesi, per il mercato della pellicceria e della carne. L’allevamento e l’uccisione di questi animali è particolarmente brutale, come prova un video-shock reso pubblico oggi dalla LAV e prodotto dall’associazione portoghese Animal: negli allevamenti intensivi i conigli sono reclusi in minuscole e sudice gabbie di metallo, circondati dai loro escrementi, senza possibilità di compiere movimenti e attività naturali come scavare e preparare la tana; subiscono un tasso molto elevato di infortuni e malformazioni, e il tasso di mortalità raggiunge il 25%. Terminato il periodo di allevamento, vengono letteralmente gettati e ammassati in modo brutale in casse di plastica per essere trasportati verso il mattatoio dove li attende una morte orribile che non prevede alcun sistema di stordimento efficace: qui ricevono fortissimi colpi di cinghia, che non sempre li tramortisce, subiscono lo sgozzamento e molti continuano a contorcersi quando vengono appesi per le zampe, a testa in giù, per poi separare meccanicamente la pelliccia dal corpo, che sarà spesso - ma non sempre - destinato al consumo alimentare.

Il coniglio è l’animale maggiormente utilizzato nel campo della pellicceria, in particolare come bordatura di capi d’abbigliamento (colli, cappucci, maniche, ecc.) e accessori: la sua pelliccia non è un semplice sottoprodotto della carne, infatti alcune razze di coniglio sono state selezionate geneticamente proprio per sfruttare economicamente le proprietà del pelo, come nel caso del coniglio cincillà Rex (il cui pelo è molto simile al pregiato cincillà, ma è meno costoso) e del coniglio Orylag, allevato esclusivamente in Francia enon sono allevati in nessuna parte del mondo e la cui commercializzazione è sottoposta a procedure di certificazione e numerazione della singola pelle.

“La LAV intende far conoscere al vasto pubblico queste pratiche di allevamento e di uccisione particolarmente cruente: ogni volta che un consumatore acquista abbigliamento con inserti in pelliccia contribuisce, a volte senza essere del tutto consapevole delle violenze inflitte agli animali, a sviluppare questa industria della sofferenza - dichiara Roberto Bennati, vicepresidente della LAV - Chiediamo l’emanazione di norme per la protezione di questi animali: l’allevamento dei conigli, infatti, non è disciplinato da nessuna alcuna norma comunitaria o nazionale specifica permettendo così abusi e il mancato rispetto delle esigenze etologiche dei conigli. Esistono delle norme generali - la direttiva 98/58 CEE, recepita in Italia con Decreto legislativo 146/2001 - applicabili anche a questi allevamenti, che tuttavia non hanno portata tale da incidere efficacemente sulle condizioni di vita degli animalidei conigli in allevamento. L’intervento da parte dei legislatori comunitari e nazionali su questa materia è una priorità: chiediamo una forte e convinta mobilitazione, come quella che ha portato all’approvazione, il 26 novembre scorso, del Regolamento UE che vieta l’importazione e il commercio di pelli di cani e gatti su tutto il territorio dell’Unione Europea.”

Più del 76% della produzione totale di pelli di coniglio nell’UE è realizzata in Italia, Spagna e Francia, e l’allevamento di tipo famigliare è ancora diffuso. L’Italia alleva ogni anno oltre 90 milioni di conigli, di esemplari, ed è il principale paese UE importatore di pelli da pellicceria, segno di una spiccata vocazione per l’attività di trasformazione: importa il 47 % delle pelli importate nell’intera UE e ne esporta circa l’11%. La Spagna è il maggiore produttore europeo ed esporta il 69% delle pelli esportate dall’UE. Germania e Francia esportano pelli di coniglio di qualità elevata e ad alto prezzo, mentre la Spagna è il maggiore esportatore di pelli di qualità inferiore, spesso sottoprodotto dell’industria della carne.

Sempre più forte l’interscambio tra il mercato UE della pellicceria e quello cinese: dal 1999 il volume delle esportazioni di pelli di conigli dall’a UE alla Cina è cresciuto a dismisura passando da meno di 2 milioni di pelli a oltre più di 14 milioni di pelli nel 2006, segno che la Cina oltre ad essere paese produttore di animali allevati in condizioni drammatiche, ha anche il primato negativo della maggiore produzione di capi d’abbigliamento con inserti in pelliccia. In Cina si utilizzano su vasta scala pelli di coniglio di qualità inferiore, con un valore che può arrivare anche a meno di 1 euro a pelle per gli articoli d’abbigliamento da esportare.
L' Unione Europea tuttavia, in particolare l'Italia, importa dalla Cina un gran numero di pelli pregiate di coniglio (prezzo medio all’ingrosso superiore a 8 euro), provenienti da animali allevati esclusivamente per la loro pelliccia. o per il loro pelo.

L’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare ha effettuato un studio relativo “all’incidenza degli attuali sistemi di stabulazione e di gestione sulla salute e sul benessere dei conigli domestici d’allevamento”, dal quale emergono con grande chiarezza una serie di i problemi per il benessere degli animali: “In particolare, il gruppo di esperti scientifici nota con preoccupazione, che la mortalità e morbilità dei conigli allevati sembra notevolmente più elevata rispetto alle altre specie allevate, soprattutto a causa di infezioni enteriche e respiratorie e a problemi riproduttivi. Il gruppo, inoltre, è conscio del fatto che la presenza di aggressività tra i conigli in allevamento impedisce loro di sviluppare relazioni sociali che si potrebbero sviluppare in altre situazioni.”

26 novembre 2007

Pellicce di cani e gatti: NO dell'UE


La LAV plaude all’adozione finale da parte del Consiglio dei Ministri dell’Agricoltura dell’Unione Europea, del Regolamento relativo al divieto all’importazione e al commercio di pelli di cani e gatti nei Paesi UE, approvato questa mattina all’unanimità e sostenuto, durante tutto l’iter, anche dal Governo italiano, con il Ministero della Salute. L’Unione Europea si unisce quindi a Stati Uniti, Australia, Nuova Zelanda e Svizzera, che avevano già bandito il commercio di tali pelli, utilizzate come inserti nei prodotti di abbigliamento e di alcuni giocattoli.

Finora solo cinque dei 27 Paesi che compongono l’Unione, avevano bandito le pellicce provenienti dall’uccisione di cani e gatti. Tra il 2004 e il 2006, infatti, anche Danimarca, Grecia, Francia e Belgio hanno adottato leggi come quella italiana, di fatto aprendo la strada all’esigenza di armonizzare la normativa tra tutti gli Stati Membri. L’origine della proposta messa in votazione oggi è dovuta, in parte, proprio alle pressioni esercitate da questi Paesi, ai quali l’Italia ha fatto da “apripista” divenendo il primo Paese UE, e secondo nel mondo dopo gli Stati Uniti, ad aver imposto un bando nazionale all’importazione e commercio di tali pelli, prima con l’Ordinanza dell’allora Ministro della Salute Sirchia, emessa nel 2001 e rinnovata nei due anni successivi, poi con l’inserimento del divieto nella Legge 189/04 contro il maltrattamento agli animali.

“Questa approvazione costituisce il primo importantissimo caso in cui la legislazione comunitaria ha superato i vincoli imposti dalle regole dettate dal mercato internazionale, facendo scelte etiche nei confronti degli animali, e arrivando a bandire un intero commercio. – commenta Roberto Bennati, responsabile LAV campagne europee – Diamo atto al Commissario europeo per i consumatori, Markos Kyprianou,al quale va il nostro plauso per aver confermato il suo impegno politico su questo argomento, di aver sostenuto adeguatamente le istanze ricevute dai consumatori europei, involontari complici di un mercato estremamente cruento”.

“E’ un risultato rilevante, frutto di anni di solleciti ed azioni che hanno visto la LAV in prima fila in Italia, in seguito ad investigazioni ed analisi su alcuni capi di abbigliamento con parti in pelliccia, in vendita nei Paesi Europei – ricorda ancora Bennati – In Italia le analisi del DNA commissionate dalla LAV rivelarono, nel 2001, la presenza di pellicce di cane e gatto in capi di abbigliamento in vendita presso alcuni grandi magazzini. Tale scoperta diede origine ad un’ondata di indignazione dell’opinione pubblica italiana, che portò ai provvedimenti di divieto emanati in questi anni”.

Questo provvedimento, che introduce anche le modalità di attuazione dei controlli alle frontiere, è la conclusione di un processo avviato nel dicembre del 2003 con l’adozione da parte del Parlamento UE di una Dichiarazione scritta che chiedeva il bando del commercio di pelli provenienti dall’uccisione di cani e gatti.

“Questo importante passo deve essere esteso, ora, ai Procioni (Nictereus Procionoides). Le immagini che arrivano dalla Cina mostrano abusi e violenze inaudite nei confronti di questi animali, scuoiati vivi, allevati senza alcuna regola, uccisi senza stordimento. Alcune stime indicano che circa 3 milioni di procioni sono allevati ogni anno e uccisi con le stesse modalità, vietate dalle leggi europee e che il Regolamento mette definitivamente al bando per i cani e i gatti – conclude Bennati – Serve un atto di civiltà politica che estenda il divieto di commercio alle pellicce provenienti dai Procioni, tentativo che era avvenuto durante l’iter nel Parlamento Europeo, poi naufragato per la vergognosa attività di pressione politica esercitata dall’industria della pellicceria, preoccupata solo di difendere il proprio fatturato ingannando i consumatori, che, se informati su tanta barbarie, semplicemente non acquisterebbero tali pellicce”.

La LAV si augura che ora si attui un coordinamento tra Stati membri per rendere efficaci i controlli alle frontiere e si eviti il commercio illegale, purtroppo possibile.

Il commercio di pelli provenienti da cani e gatti, uccide, ogni anno, circa due milioni di animali in Cina, Thailandia, Filippine e Corea (stime HSUS). Occorrono, infatti, dai 10 ai 12 cani per confezionare una pelliccia, molti di più se per realizzarla vengono usati dei cuccioli; 24 se la pelliccia viene confezionata con pelli di gatto: animali randagi appositamente catturati, che sono tenuti in condizioni indescrivibili fino al momento dell’uccisione, tuttaltro che incruenta.

25 novembre 2007

Zampe di elefante mozzate e trasformate in portabottiglie


Due vere zampe di elefante, mozzate e svuotate per essere trasformate in due raccapriccianti portabottiglie esposti in uno storico negozio d’abbigliamento di lusso di una centrale via di Milano, sono state rimosse grazie all’intervento del Garante comunale per la Tutela degli Animali su richiesta della LAV.

Pochi giorni fa la LAV aveva ricevuto da una signora la segnalazione, documentata dalle fotografie allegate, dei due disgustosi trofei di caccia esposti nel negozio come oggetti d’arredo. Da qui la segnalazione al Garante Tutela Animali di Milano che, tempestivamente, è intervenuto ottenendo dal negoziante la rimozione immediata delle due zampe, senza la necessità di ricorrere ad altre misure o di coinvolgere forze istituzionali.

“L’esposizione di trofei di caccia non è purtroppo ancora vietata in Italia ma città come Milano si sono impegnate, a cominciare dal Regolamento Tutela Animali, a garantire norme minime a tutela degli animali - dichiara Giacomo Ferrara, responsabile LAV Milano - Allo sconcerto per il cattivo gusto di esporre resti di animali tanto raccapriccianti, si associa la consolazione per la diffusa sensibilità che non vuole vedere animali uccisi, sezionati e degradati a oggetti da esposizione”.

13 settembre 2007

Pubblicato decreto sul trasporto degli animali "da reddito"


TRASPORTO DIANIMALI “DA REDDITO”, FINALMENTE PUBBLICATO IL DECRETO LEGISLATIVOSULLE SANZIONI ALLE VIOLAZIONI DELLA NUOVA NORMA COMUNITARIA: ENTRERA’ INVIGORE IL 27 SETTEMBRE.
APPELLO DELLA LAV AL MINISTERO DELLA SALUTE: SUBITO I CONTROLLI PER RISTABILIRE LALEGALITA’.


Entrerà in vigore il 27 settembreprossimo il Decreto Legislativo 25 Luglio 2007 n° 151.
”Disposizioni sanzionatorie per la violazione delle disposizioni del Regolamento (CE) n.1/2005 sulla protezione degli animali durante il trasporto e le operazioni correlate”,pubblicato oggi in Gazzetta Ufficiale, che stabilisce le sanzioni relative alleviolazioni della norma europea di riferimento in tema di protezione deglianimali “da reddito” durante il trasporto, in vigore da gennaio2007.

Con nove mesi di ritardo rispetto all’entrata in vigore del Regolamento 1/2005, quindi, l’Italia colma un gravissimo vuoto legislativo durante il quale non è stato possibile sanzionare in alcun modo i diffusi trasporti di animali ampiamente illegali, seppure documentati. Le grandi industrie della macellazione e dell’allevamento hanno potuto violare le prescrizioni del benessere degli animali, senza che questo abbia comportato per loro alcuna conseguenza. Veterinari attenti all’applicazione della norma, infatti, hanno documentato in questi mesi, violazioni sistematiche ai documenti di viaggio, delle condizioni di trasporto, dei tempi e delle densità di carico previste.

Violazioni confermate anche dalla LAV che, con un’investigazione condotta nel mese di aprile insieme ad Animals Angels, ha verificato come in Italia, primo Paese europeo per consumo di carne equina, i nuovi requisisti richiesti per il trasporto di equidi siano semplicemente rimasti sulla carta delle norme comunitarie, documentando laviolazione totale del trasporto in stalli individuali per i cavalli, prevista dal nuovo Regolamento.

“Rivolgiamo un appello al Ministero della Salute, agli Assessorati alla Sanità delle Regioni tramite i loro servizi veterinari e a tutte le altre autorità di controllo operanti sulle strade italiane affinché inizino al più presto una scrupolosa attività di controllo delle condizioni di viaggio degli animali, perdare un contributo importante all’applicazione del Regolamento Europeo invigore da gennaio, comminando le nuove sanzioni - dichiara Roberto Bennati, responsabile Campagne europee della LAV- Proprio uno dei punti più importanti del Regolamento, ovvero l’idoneità degli animali al trasporto, nei mesi scorsi è stato oggetto di numerose e gravissime violazioni, come nel caso del trasporto di mucche da latte non deambulanti, documentate e denunciate dalla LAV fino ad arrivare nelle aule giudiziarie con l’avvio di importanti processi.”

Il Decreto Legislativo n° 151/2007 prevede sanzioni fino a 15.000 euro nei casi di gravi violazioni al trattamento degli animali, e stabilisce finalmente la corresponsabilità di allevatori e industrie della macellazione nei trasporti effettuati in violazione delle norme.

Altra significativa novità riguarda l’introduzione del fermo amministrativo per i mezzi di trasporto che violano le norme, anche se di trasportatori esteri. Ricorrendo ai trasportatori esteri, infatti, per decenni sono state violate sistematicamente, e senza conseguenze, le norme sul benessere degli animali, data l‘impossibilità di far pagare le sanzioni a soggetti esteri. Con il Decreto Legislativo 25 Luglio 2007 n°151 le autorità di controllo potranno fermare i mezzi dei trasportatori esteri fino al pagamento della sanzione, rendendo efficace ed applicabile in maniera più ampia la nuova normativa.

Il nuovo Regolamento 1/2005 è coerente con il principio fondamentale per cui gli animali non devono essere trasportati in condizioni tali da esporli alesioni o sofferenze inutili, e si applica ai trasporti effettuati in relazione con un’attività economica degli animali vertebrati vivi. Tale regolamento coinvolge non solo i trasportatori propriamente detti, per i quali sono previste apposite autorizzazioni, certificazioni di idoneità esistemi di “tracciabilità” delle loro attività, ma anche gli allevatori, i commercianti, gli operatori dei centri di raccolta, dei posti di controllo e dei macelli in quanto le operazioni di carico e scarico degli animali rappresentano momenti importanti di stress legati ai trasporti.

Le principali novità del Regolamento riguardano:

* Identificazione dei soggetti che, oltre al trasportatore, sono coinvolti a vario titolo nel trasporto degli animali, come il guardiano, il detentore e l’organizzatore del trasporto, prevedendo per ciascuno compiti e responsabilità più specifiche.
* Il personale che accudisce gli animali (conducenti e guardiani) dovrà avere un certificato di idoneità rilasciato dall’autorità competente o dall’organismo da essa designato a seguito di un corso di formazione obbligatorio.
* Una migliore definizione dell’idoneità al trasporto di animali.
* I mezzi destinati ai lunghi viaggi dovranno essere “omologati”, ossia ispezionati dal personale del Servizio Veterinario delle ASL e riconosciuti idonei al trasporto degli animali tramite rilascio del certificato di omologazione.
* Obbligo di installazione di un sistema di navigazione satellitare sui mezzi di trasporto stradali destinati ai lunghi viaggi, a partire dal 2007 per i mezzi di nuova immatricolazione e dal 2009 per tutti gli altri.
* Le autorizzazioni per i lunghi viaggi ed i certificati di omologazione dei mezzi di trasporto dovranno essere inseriti in banche dati elettroniche.
* Un nuovo e più dettagliato “ giornale di viaggio”.
* L’istituzione per ciascun Stato Membro di un punto di contatto attraverso il quale scambiare informazioni e assistenza reciproca in materia di applicazione del Regolamento.
(Sicuramente un passo avanti, ma sarebbe meglio se si potesse evitare del tutto. N.d.R.)