18 dicembre 2007

Jurka: incontro tra le Associazioni e la Provincia di Trento


Lunedì 17 dicembre, la LAV, in compagnia di altre associazioni animaliste, ha incontrato il presidente della Provincia di Trento, on. Lorenzo Dellai. Scopo dell’incontro è stato ottenere notizie sullo stato di salute dell’orsa Jurka e sulle prospettive per il suo futuro.

Innanzi tutto sono state richieste le motivazioni che hanno determinato la cattura di Jurka. Il Presidente, supportato da due funzionari che seguono il progetto di reintroduzione dell’orso bruno, del quale fa parte anche Jurka, ha dichiarato che l’orsa è stata catturata in quanto aveva assunto comportamenti “problematici”. I comportamenti sono stati descritti anche con il supporto delle immagini che hanno illustrato numerose visite di Jurka presso insediamenti umani. Visite che non hanno mai messo a rischio nessun essere umano, pur essendosi l’orsa spinta anche nei pressi di case e luoghi frequentati. Eppure tanto è bastato perché il Presidente desse l’ordine di cattura e successiva reclusione dell’orsa in un piccolo e malsano recinto.

La nostra impressione è stata che il Presidente sia stato vittima degli stessi pregiudizi che il progetto del quale fa parte Jurka, avrebbe dovuto contribuire a rimuovere. Infatti è comunemente diffusa l’idea che gli orsi siano pericolosi per gli esseri umani, pur non essendo noi considerati prede da parte dei plantigradi!

Esiste uno studio scandinavo, basato su 800 incontri documentati dell’orso bruno da parte degli umani. Ebbene in nessun caso l’orso si è dimostrato ostile nei confronti dell’uomo. Gli orsi possono attaccare un uomo solamente per difendere sé stessi (nel caso siano stati feriti), i propri cuccioli ed il cibo, in pratica comportandosi come qualsiasi essere umano che dovesse trovarsi in analoghe situazioni di pericolo.

Jurka si è avvicinata ed ha attraversato luoghi normalmente frequentati dagli esseri umani e questo è effettivamente un comportamento “anomalo” per una specie che sfugge l’uomo appena ne sente l’odore.
Il suo comportamento avrebbe potuto generare curiosità, desiderio di capire perché Jurka si è tanto avvicinata a noi, cercando forse un contatto, un dialogo interspecifico.
A questo atteggiamento la provincia di Trento ha risposto con la classica arroganza umana: cattura e deportazione. Chiusura di qualsiasi possibilità di dialogo e confronto con una specie che, forse, cercava un contatto con animali (noi esseri umani) temuti da millenni e che oggi, almeno nel nostro Paese, non rappresentano più un pericolo.

E’ quanto successo quest’estate in un piccolo comune della provincia di Imperia, dove un cinghiale selvatico ha vinto la naturale diffidenza nei confronti dell’essere umano e, attratto irresistibilmente dalle crocchette per gatti, è diventato la mascotte dei cittadini che lo hanno battezzato Bacì. Tanto per dare il giusto peso alle voci che vogliono il cinghiale un animale pericoloso ed aggressivo.

Ora il futuro di Jurka prevede un recinto di maggiori dimensioni, con una migliore esposizione, lontano dalla curiosità dei turisti. Di liberazione il presidente Dellai non vuole proprio sentire parlare, nonostante le reiterate sollecitazioni che, in conclusione dell’incontro, hanno determinato un palpabile nervosismo e l’irritazione del Presidente.

La chiusura alle richieste della LAV e delle altre Associazioni, supportata da documentazioni, norme ed autorizzazioni, è stata totale. In subordine è stato quindi chiesto di allestire un recinto molto più grande degli 8.000 metri quadri previsti nella nuova collocazione. Anche in questo caso il muro di gomma istituzionale ha citato l’idoneità formale della nuova installazione, in quanto provvisoria, in attesa di organizzare un vero e proprio centro che preveda anche l’accoglienza di orsi eventualmente feriti e quindi bisognosi di cure prima della reintroduzione in natura.

Di una cosa vi è certezza: Jurka non doveva essere catturata e l’incontro con il Presidente Dellai ha rafforzato questa convinzione. La decisione del Presidente è stata determinata dalla sua paura, mascherata dal dovere istituzionale di garantire sicurezza ai suoi concittadini.

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