La "caccia di selezione" era stata decisa dalla Provincia di Bolzano e sarebbe stata aperta l'1 settembre. Nessuna buona nuova invece per gli stambecchi. Il WWF non ci sta e organizza un sit-in a Bolzano insieme a LAC e LAV venerdì 29 agosto.
E’ di questi minuti la decisione del TAR di Bolzano di sospendere con procedura urgente la caccia alle marmotte in Alto Adige. Soddisfatti WWF Italia, LAC e LAV da cui era partito il ricorso contro l’abbattimento di questi animali protetti. Nessuna buona notizia invece per gli stambecchi, 80 dei quali potranno essere abbattuti.
In attesa della decisione di definitiva sospensione del provvedimento provinciale gli ambientalisti confermano l’appuntamento previsto per domani venerdi 29 agosto alle ore 16 per un sit in davanti al palazzo della Provincia a Bolzano per ricordare all’amministrazione che la fauna è patrimonio universale e va tutelata nell’interesse di tutti.
"Siamo soddisfatti - dice l'avvocato Mauro De Pascalis di Lav, Lac e WWF - della decisione del TAR che ha accolto la nostra richiesta di sospensione immediata del provvedimento data la estrema gravità del fatto. Se il Tribunale non avesse deciso in questo senso infatti, da lunedi si sarebbe sparato alle marmotte con un danno ambientale incalcolabile e contro la legge nazionale 157/92. Attendiamo con serenità, dunque, l'esito della decisione definitiva del Tribunale sulla sospensione dell'atto che ci sarà il prossimo 19 settembre."
“A differenza degli altri anni siamo riusciti a bloccare il provvedimento prima dell’inizio degli abbattimenti, previsti dal primo settembre, ma resta inaccettabile – dicono gli ambientalisti – il comportamento illegittimo e irresponsabile della Provincia che ogni anno ripete lo stesso atto contrario alla legge che puntualmente dobbiamo impugnare al TAR.”
Al danno diretto agli animali, infatti, si somma la spesa che la collettività deve sostenere per ribadire ogni anno il ricorso al Tribunale che conferma il principio per cui la fauna è patrimonio di noi tutti e la Provincia non può violare la legge nazionale per disporre l’abbattimento di animali protetti.
Il sit-in sarà dunque il luogo per chiedere alla Provincia di non ripetere questi atti chiaramente contrari alla legge e alla natura. gli ambientalisti fanno appello a tutti perché si uniscano al sit in di venerdi.
Dal primo settembre, quindi, in Alto Adige non si apre la stagione dell’abbattimento delle marmotte, oltre 40 mila secondo il recente censimento della Provincia di Bolzano. Nel resto d’Italia la marmotta è una specie protetta, come sancisce una legge del 1992.
Le autorità venatorie locali, però, avevano rinnovato il decreto, con il quale si ordinava la “selezione” di quasi duemila di questi piccoli roditori. Giorgio Carmignola, uno dei responsabili dell’Ufficio caccia altoatesino, aveva dichiarato: «Non si tratta di una vera e propria caccia, ma di una selezione resa necessaria dal fatto che le marmotte, scavando nei prati, creano danni ai pascoli la cui erba è necessaria per gli armenti delle mucche».
Una leggenda metropolitana dice che la loro aggressività sia dovuta anche al troppo ravvicinato contatto con l’uomo: nutrite a pezzi di pane e biscottini, le marmotte avrebbero smesso da tempo di fare il loro mestiere di roditori, e avrebbero di conseguenza incisivi lunghi e dannosi.
«Questo non è dimostrato – dice Roberto Maistri, responsabile del Wwf per la provincia di Bolzano -, mentre è vero che tra qualche giorno sparare alle marmotte non sarebbe stato un reato, il che fa dell'Alto Adige un posto davvero unico. Gli altri anni succedeva che le nostre proteste e i nostri ricorsi ci servivano solo per la soddisfazione morale: quando il Tar ci dava poi ragione, infatti, gli animali erano già da mesi morti e imbalsamati, a fare da soprammobile nei salotti dei cacciatori...».
Finora nessun intervento invece a favore degli stambecchi.
In provincia di Bolzano gli stambecchi erano estinti, ma negli anni Ottanta c’è stato una reintroduzione. «Li hanno reintrodotti facendoli arrivare da Valle d’Aosta e Piemonte. Potrebbero essere circa duemila, ma sono solo 700-800, perché ogni anno fanno una deroga ad una legge europea e ne fanno abbattere 80» conclude Maistri. (WWF)
29 agosto 2008
Il TAR salva le 2000 marmotte dell'Alto Adige
8 febbraio 2008
In edicola il mensile Ecomondo dedicato al tema rifiuti
"Il gesto giusto" è il titolo di Ecomondo febbraio dedicato al tema dei rifiuti, in edicola con il settimanale del No profit Vita. In scaletta il nuovo dossier del WWF sull'emergenza rifiuti in Campania, le esperienze positive realizzate in Italia (in provincia di Salerno) e all'estero (Berlino), le interviste ad esperti quali Edo Ronchi, ex ministro dell'Ambiente e Presidente Onorario ISSI, Edo Ronchi, "padre" della legge di riforma sui rifiuti e dell'economista Guido Viale, autore di "Un mondo usa e getta" ("gli inceneritori rendono pochissimo in termini energetici, servono provvedimenti straordinari per ridurre i rifiuti a monte", gli articoli dell'esperto Andrea Masullo ("l'economia del danno e l'economia del benessere sostenibile").
Interventi anche di Federambiente sulle emergenze che verranno, a cominciare da Roma e Firenze (nel 2011 avremo almeno 15 milioni di tonnellate di rifiuti che non sapremo dove mettere) e del consorzio Conai sugli imballaggi, che rappresentano il 30-40% dei rifiuti in volume. Inoltre il caso-Campania, dove la ricerca dei siti dove smaltire i rifiuti sta intaccando sempre più il sistema delle aree protette, e la vicenda dell'Abruzzo, dove una megadiscarica di rifiuti tossici scoperta nel 2007 ha contaminato le riserve d'acqua potabile. Si parla anche del Protocollo di Kyoto a tre anni dalla entrata a regime del Protocollo di Kyoto, con un articolo di Mariagrazia Midulla sull'esempio della Gran Bretagna, dove nel 2006 le emissioni sono risultate del 20,7% inferiori a quelle dell’anno di riferimento del Protocollo di Kyoto 1990.
Link correlati:
Ecomondo: la copertina
Rapporto rifiuti 2007 dell'APAT
WWF
6 febbraio 2008
Il WWF e la scuola, un legame sempre più forte
“I deboli legami”, così li definisce Antonella Piperno - Panorama - nel suo articolo “L’insegnante? Ha traslocato a Slow Food”. Ma i legami tra la scuola e la nostra Associazione sono più che evidenti. L’educazione è infatti uno dei principali metodi di azione individuati dal WWF a partire dai documenti internazionali per raggiungere gli obiettivi della mission. Non può esistere infatti un cambiamento nei comportamenti senza un’attenta e sistematica azione educativa. Per questo, dalla sua nascita in Italia, il WWF ha sempre lavorato con le scuole. E i risultati si vedono: 5.000 classi iscritte ogni anno all’Associazione con circa 100.000 alunni coinvolti, 30 Centri di educazione ambientale e decine di Oasi che si relazionano con il mondo della scuola, una collana di oltre 60 titoli di saggi a supporto del lavoro di ragazzi e insegnanti.
E’ per essere ancora più sinergici con il mondo della scuola che il WWF ha chiesto la collaborazione di un insegnante (uno solo!) comandato. Il comando, per chi non lo sapesse, si traduce in pratica con il distacco dal lavoro di insegnamento con la classe di un docente che viene “prestato” all’Ente o all’Associazione che ne fa richiesta. Perché questo avvenga si presenta al Ministero della Pubblica Istruzione un progetto che viene valutato. I risultati vengono documentati e verificati.
Ma che ritorno ha la scuola dal lavoro dell’insegnante comandato? E’ chiaro che possono esserci casi in cui lo strumento del comando viene mal utilizzato, ma in linea generale questa è un’ottima opportunità per la scuola di uscire dalla propria autoreferenzialità e aprirsi alla società civile. E’ inoltre per la scuola un’occasione di beneficiare dei risultati dell’attività di ricerca, che almeno nella nostra Associazione viene svolta, dell’insegnante comandato.
Sul WWF e all’attuale comando, vi era l’esigenza di individuare strategie, modalità e strumenti per rendere più efficace la diffusione dell’educazione ambientale nel mondo della scuola. "Come dimostrano le varie emergenze ambientali, dal problema dei rifiuti ai cambiamenti climatici - sottolinea Maria Antonietta Quadrelli, Responsabile settore Educazione WWF Italia - l’esigenza di avere cittadini formati nel campo dell’ambiente e dello sviluppo sostenibile, non è un’opzione, né un’esigenza solo della scuola ma è una necessità per l’intera società. In concreto il lavoro dell’insegnante comandato, che opera all’interno del Programma Educazione, ha portato questi risultati : firma di un protocollo d’intesa tra WWF e MPI, accreditamento dell’Associazione come ente di formazione dei docenti, pubblicazione di articoli che diffondono all’interno della scuola il patrimonio culturale del WWF, attivazione di reti di scuole su temi ambientali.
Un capitolo a parte riguarda il lavoro sui curricoli scolastici che il WWF, grazie a questa risorsa, sta offrendo alla scuola. Tutta la competenza maturata dall’Associazione, a livello teorico e sul campo viene messa a disposizione degli insegnanti per essere integrata nei curricoli di scuola. Con questa operazione, l’Educazione alla Sostenibilità passerà da tematica opzionale, separata dai curricoli scolastici e lasciata alla libera iniziativa di insegnanti sensibili, ad asse fondante, ispiratore e trasversale di tutte le discipline. Attraverso varie iniziative, progetti ad hoc, seminari di formazione, monitoraggi, elaborazione di dati, riflessioni, realizzati in collaborazione con il Ministero della Pubblica Istruzione e direttamente con le scuole, l’insegnante comandato sta attivando sinergie tra il mondo della Scuola e il WWF, affinché l’Educazione allo Sviluppo Sostenibile diventi una realtà quotidiana assodata.
(comunicato stampa WWF)
WWF e la scuola
Etichette: Ambiente, educazione, scuola, WWF
2 febbraio 2008
Nokia partecipa al programma climate savers del WWF
Nokia è entrata nel programma Climate Savers di WWF con l’impegno di rafforzare le proprie iniziative a favore dell’ambiente, incrementando il risparmio energetico e riducendo le emissioni di anidride carbonica in tutte le proprie attività. La società sta pianificando una serie di iniziative per favorire il risparmio energetico, progettando tra l’altro di ridurre della metà l’energia consumata dai carica batterie Nokia in modalità stand by, utilizzare energia verde per alimentare il 50% delle proprie strutture entro il 2010 e ridurre il fabbisogno energetico complessivo dei propri siti del 6% entro il 2012.
Tali obiettivi rientrano nell’attuale Strategia Nokia contro i Cambiamenti Climatici. La collaborazione con WWF Climate Savers rafforza ulteriormente l’impegno dell’azienda in questo settore, trattandosi di un programma che vede la collaborazione tra una delle principali organizzazioni a livello mondiale per la salvaguardia dell’ambiente e aziende in prima linea nella ricerca di una soluzione per i cambiamenti climatici.
“Il WWF è lieto che Nokia abbia aderito al programma Climate Savers, con l’impegno di ridurre significativamente il consumo energetico sia delle sue strutture che dei suoi prodotti” ha affermato James P. Leape WWF International Director-General. “Quando un marchio globale e di alto profilo si impegna attivamente e con entusiasmo per contrastare i cambiamenti climatici, rafforza il messaggio che è necessario agire a livello mondiale e rapidamente e, soprattutto, che siamo in grado di farlo”.
Kirsi Sormunen, Vice-President, Environmental Affairs, Nokia, ha affermato: “Essendo la maggiore azienda a livello internazionale nel settore della telefonia mobile, sentiamo di dover definire il nostro ruolo nella lotta ai cambiamenti climatici. Non si tratta di interventi eccezionali, ma di piccoli gesti quotidiani che, in virtù delle dimensioni delle nostre attività o moltiplicati per i 900 milioni di utenti Nokia al mondo, possono avere un impatto significativo. Questi comportamenti sono corretti anche in un’ottica aziendale in quanto ci aiutano a diventare ancora più efficienti e innovativi”.
L’impegno intrapreso da Nokia con l’adesione al programma del WWF Climate Savers si basa sui risultati di iniziative volte ad aumentare il rendimento energetico già implementate dalla società. Gli obiettivi di Nokia includono:
Rendimento energetico del prodotto
Circa due terzi dell’energia utilizzata da un telefono cellulare vengono dispersi se il carica batterie rimane inserito nella presa elettrica (modalità “no-load”) dopo che il cellulare ha finito di ricaricarsi ed è stato debitamente scollegato. Negli ultimi nove anni Nokia ha ridotto di oltre 50% il consumo medio di energia utilizzata dai caricabatteria in modalità “no-load” e il suo caricabatteria più avanzato utilizza solo un decimo dell’energia necessaria ai caricabatteria comuni.
Nokia punta a ridurre di un ulteriore 50% il consumo di energia in modalità “no-load” entro la fine del 2010. Entro la fine del 2008 introdurrà inoltre in tutti i suoi prodotti promemoria che ricordino agli utenti di staccare il caricabatteria dalla presa della corrente quando la batteria del cellulare è completamente carica.
26 gennaio 2008
La nuova Oasi WWF Vasche di Maccarese
WWF rinnova il suo impegno contro la perdita e il degrado degli ambienti umidi con l'apertura di una nuova Oasi all’interno della Riserva Naturale Statale Litorale Romano.
Un’anteprima dedicata esclusivamente alla stampa per presentare la nuova Oasi WWF Vasche di Maccarese, nei pressi di Fiumicino. Grazie all’accordo siglato con la Proprietà, la Maccarese S.p.A., che prevede l’annessione della nuova zona umida alla già esistente Oasi WWF di Macchiagrande, le due aree costituiranno un’altra importante realtà per lo sviluppo sostenibile del territorio, nel rispetto delle necessità di tutela e conservazione della biodiversità.
Le Vasche, situate non lontano dall’abitato storico di Maccarese, sono occupate per la maggior parte da 5 invasi artificiali. Costruite nel 1970 a scopi venatori, vennero adibite, secondo un piano di riconversione produttiva, a complesso di vasche per la piscicoltura intensiva. Il successivo abbandono ha permesso il ricrearsi di un ambiente umido singolare che favorisce la presenza di numerosissime specie animali, in particolare uccelli acquatici migratori e non, anche rari, come il tarabuso e il tarabusino.
Nonostante la pressione dell’uomo che si è man mano concentrato nel tempo – dalle opere di bonifica all’urbanizzazione – Macchiagrande e le Vasche di Maccarese hanno mantenuto una variabilità ambientale e una ricchezza di biodiversità che ne fanno una roccaforte naturale della provincia romana, e il cuore della Riserva naturale del Litorale. I circa 310 ettari tutelati a Macchiagrande sono un mosaico di vari tasselli di ambienti diversi: partendo dal mare e dalle vaste distese di dune, lo sguardo si perde nella successione dei 200 ettari di vegetazione mediterranea, che si diversifica in tutte le sue tipologie più caratteristiche, dai residui di bosco mediterraneo, o tipico delle zone umide, ai prati incolti, Di grande valore forestale e vegetazionale in genere, è anche un sito importante per la fauna. Negli anni ha rappresentato un luogo di richiamo per molti visitatori e in particolare per i giovani delle scuole.
“Nel tempo le zone umide hanno subito una drastica diminuzione: in Italia, tra il 1938 e il 1984, abbiamo perso il 66% degli ambienti umidi. Nel mondo, circa il 26% delle aree umide sono state prosciugate per far posto all’agricoltura o interrate per lo sviluppo urbano. La perdita e il degrado degli ambienti umidi non si è mai fermato: ancora oggi, sono seriamente minacciate vaste aree di importanza nazionale e internazionale – dichiara Fulco Pratesi, Presidente Onorario del WWF Italia - Le zone umide italiane, in particolare, svolgono una fondamentale funzione di crocevia per i flussi migratori: se seguissimo il tragitto che compie un uccello migratore nel viaggio di ritorno dall’Africa, risalendo verso Nord, vedremmo che le principali zone umide utili al suo sostentamento sono situate, oltre che lungo le coste siciliane, sulla costa tirrenica dell’Italia centrale compresa tra il Lazio e la Toscana. Sebbene ricoprano solo il 6% circa della superficie terrestre, le zone umide sono tra gli ecosistemi più ricchi di biodiversità del Pianeta. Se quantificassimo “economicamente” la loro funzionalità, calcolando che gli ecosistemi nel loro insieme provvedono per 33 mila miliardi di dollari l’anno ai fabbisogni dell’uomo, potremmo verificare che circa il 26% di questi provengono dalle sole acque interne”.
Le zone umide provvedono a mantenere i livelli di falda, a controllare le inondazioni e i processi di erosione, al consolidamento delle rive, a trattenere i sedimenti e i nutrienti e a mitigare gli impatti dei cambiamenti climatici. Sono fonte di sostentamento per le popolazioni locali e luoghi fondamentali per conservazione della biodiversità.
Etichette: Ambiente, Hotel Oasi Beach, vasche di maccarese, WWF
3 gennaio 2008
Concorso nazionale di architettura in Abruzzo
Il WWF, insieme con il Comune di Atri (TE), lanciano un concorso di idee di architettura per la sistemazione dell’area circostante il centro visite della Riserva naturale ed Oasi WWF dei Calanchi di Atri
Il tema del concorso sarà la progettazione di un percorso sensoriale aperto a tutti. I visitatori potranno così conoscere l’area protetta con i suoi odori, suoni e colori, immersi nel paesaggio selvaggio e impressionante delle formazioni calanchive circostanti. Al concorso di idee potranno partecipare architetti, ingegneri e forestali (o persone con relative lauree equipollenti). Al primo classificato il WWF corrisponderà un premio di 3500 euro, al secondo 1000 e al terzo 500. Inoltre sarà possibile assegnare al primo classificato la progettazione esecutiva dell’intervento, visto che sono già disponibili, grazie al finanziamento dell’Assessorato ai Parchi della Regione Abruzzo, altri 45000 euro per la realizzazione delle opere proposte.
Il bando del concorso, che è stato pubblicato sul sito del Comune di Atri lo scorso 13 dicembre, prevede la scadenza per la presentazione delle proposte progettuali entro 60 giorni dalla data di pubblicazione. Una giuria formata da esperti e dai gestori del WWF della Riserva sceglierà il progetto meritevole di essere realizzato, che si prevede di inaugurare entro la fine del 2008.
Etichette: Ambiente, architettura, concorso, natura, WWF
2 gennaio 2008
WWF in azione: in libertà l'ultima tartaruga dell'anno
Un'altra tartaruga marina, della specie Caretta Caretta, è stata rimessa in libertà nelle acque di Gioia Tauro. Recuperata anche una poiana ferita.
A conclusione di un anno che ha visto il WWF Calabria ancora una volta impegnato su tutti i fronti della tutela della Natura, un’altra Tartaruga marina della specie Caretta Caretta è stata rimessa in libertà, grazie alla ormai collaudata collaborazione tra il Corpo delle Capitanerie di Porto e la stessa associazione ambientalista.
Ma il WWF rivolge un plauso anche a quei pescatori di Gioia Tauro che, ritrovandosi l’esemplare nel sacco della rete, preoccupati per le conseguenze che la cattura accidentale avrebbe potuto arrecare all’animale protetto, hanno subito avvisato la Guardia Costiera gioiese che, a sua volta ha allertato il Veterinario di turno dell’ASL di Palmi, Domenico Lugara e lo stesso WWF.
Dopo il trasporto del rettile marino presso la Capitaneria di Porto di Vibo Valentia, la tartaruga è stata tenuta in osservazione per diverse ore in una delle vasche sempre pronte per questi casi di emergenza e nella mattina del 29, d’accordo con il responsabile del Progetto Tartarughe del WWF in Calabria, il Comandante Domenico Andrea Napoli disponeva il rilascio in mare dell’esemplare mediante l’impiego della Motovedetta CP 808 al comando del Maresciallo Vito Milidoni.
Durante la permanenza in vasca la tartaruga aveva infatti reagito bene, dando segni di vitalità e di buone condizioni di salute, per cui, nonostante il freddo e il forte vento di levante che hanno reso difficoltosa tutta l’operazione, l'animale (un robusto esemplare di 61 cm di carapace, pesante una quarantina di chili), dopo essere stata marcata con due targhette di riconoscimento, è stata rilasciata a circa due miglia al largo, immergendosi subito tra la soddisfazione generale di quanti, tra Guardia Costiera e WWF, avevano reso possibile questo piccolo segno di amore verso il mare: niente di meglio per farsi gli auguri di fine anno.
Infine l’ultima domenica del 2007 ha visto impegnato il WWF nel recupero di una Poiana ferita, che era stata rinvenuta in un agrumeto da Domenico Russo e Francesco Librandi e da questi subito consegnata ai Carabinieri di Vibo Marina. Grazie all’ennesimo intervento del WWF il rapace protetto sarà ricoverato presso il Centro di Recupero della Provincia di Catanzaro.
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11 dicembre 2007
Il clima ferma la marcia dei pinguini
A causa dei cambiamenti climatici, in pericolo la sopravvivenza di varie specie di Pinguini, simbolo del continente antartico. A Bali è necessario un accordo per salvare l’ultima frontiera naturale del Pianeta dal riscaldamento globale
La Penisola antartica, l’ultimo continente ancora integro del pianeta, si sta assottigliando a causa dei cambiamenti climatici. Il ghiaccio che si forma dall'acqua marina copre oggi un'area del 40% inferiore rispetto a 26 anni fa, l’Oceano meridionale che la lambisce si è scaldato fino a una profondità di 3.000 metri. Tutto questo sottrae habitat, vale a dire terreno di riproduzione e cibo, a 4 diverse specie di pinguino. A rischio le popolazioni di Pinguino imperatore, Pinguino di Adelia, il Pinguino dell’Antartide e il Pinguino papua. Abitudini, cicli riproduttivi che si perpetuano da millenni sono già minacciati dal riscaldamento globale. E’ quanto emerge dal nuovo rapporto del WWF Antarctic Penguins and Climate Change lanciato oggi in tutto il mondo da Bali.
"Quattro specie diverse, sulle quali incombe lo stesso rischio, l'aumento delle temperature" commenta Gianfranco Bologna, Direttore scientifico del WWF Italia "Sono i veri simboli dell'Antartide, ora costretti ad un adattamento forzato al cambiamento climatico che gli sottrae i terreni per la nidificazione e il krill per l’alimentazione ad un ritmo che non ha precedenti". Il Pinguino imperatore - il più grande e maestoso pinguino del mondo - ha visto dimezzarsi l'estensione delle sue abituali colonie nell'ultimo mezzo secolo. Gli inverni sempre più miti e i venti sempre più forti hanno costretto i pinguini a crescere i propri piccoli su strati di ghiaccio più sottili. Negli ultimi anni, il ghiaccio ha cominciato a rompersi troppo presto e moltissime uova e piccoli sono caduti in acqua prima che fossero in grado di sopravvivere in autonomia.
La riduzione del ghiaccio marino, ridotta ad un’area inferiore del 40% rispetto a 26 anni fa al largo della penisola antartica, ha provocato la diminuzione della popolazione di krill, la principale fonte di cibo del Pinguino dell’Antartide. La popolazione di questa specie è diminuita dal 30% al 66% a seconda delle colonie e della disponibilità di cibo. Lo stessa cosa accade ai Pinguini papua, che più degli altri stanno subendo il declino delle popolazioni di krill causato da una pesca intensiva. Nell'Antartide nord-occidentale, dove il riscaldamento è ancora più accentuato, la popolazione dei pinguini di Adelia è diminuita del 65% negli ultimi 25 anni. Non solo il cibo è diventato più scarso, ma la popolazione ha subito una invasione nei loro territori abituali dei ‘cugini’ appartenenti papua e dell’Antartide, specie che amano temperature un po' più miti.
Le temperature più alte, inoltre, permettono all'atmosfera di trattenere più vapore acqueo, con che aumenta le precipitazioni nevose: un rischio per la sopravvivenza dei pinguini di Adelia che hanno bisogno di terra libera dalla neve per allevare i loro piccoli. "La catena alimentare dell'Antartide, e di conseguenza la sopravvivenza dei pinguini e di molte altre specie, è legata al futuro dello strato di ghiaccio marino" conclude Bologna "I ministri giunti a Bali da tutto il mondo, soprattutto quelli dei paesi industrializzati, devono trovare un accordo per ridurre drasticamente le emissioni di gas serra e proteggere l'Antartide che ormai vive una pressione fortissima a causa del riscaldamento globale".
Link correlati:
Report Antarctic Penguins and Climate Change
WWF Italia
4 dicembre 2007
L’Australia ha ratificato il Protocollo di Kyoto
La notizia è giunta a Bali (Indonesia) dove sono in corso i negoziati sul Clima, suscitando la soddisfazione quasi generale, compresa quella del WWF, presente ai lavori con una delegazione internazionale.
“Ora l’amministrazione Bush è davvero isolata, internamente e a livello internazionale - ha dichiarato Michele Candotti, segretario generale del WWF Italia - Addirittura a Bali in questi giorni è presente una delegazione ‘alternativa’ del Congresso USA. Ci auguriamo che questo porti il mondo ad accelerare sulla strada del trattato per il secondo periodo di Kyoto, dopo il 2012. Da Bali deve partire per il WWF un mandato preciso a concludere tutto entro il 2009. Il nuovo accordo deve prevedere tagli delle emissioni di CO2 per i paesi industrializzati in linea con quanto suggerito dagli scienziati nel rapporto IPCC, premio Nobel per la Pace, vale a dire minimo del 25-40% (rispetto al 1990) entro il 2020. Ci auguriamo che l’Europa sappia approfittare della posizione avanzata e ormai maggioritaria a livello mondiale assunta con il pacchetto su clima ed energia, tenendo fede agli impegni assunti (taglio del 20% delle emissioni comunque, del 30% nel quadro di un accordo globale) , e soprattutto dando concretezza a tale pacchetto. In gioco c’è il futuro del Pianeta, un futuro che va sottratto a quanti agiscono e parlano solo sulla base del proprio potere e delle proprie convenienze di guadagno immediato”.
Link consigliati:
Protocollo di Kyoto
Rapporto WWF sul clima
WWF
Etichette: Ambiente, protocollo di kyoto, WWF
24 giugno 2007
"SOS LIBERALIZZAZIONE": per scoprire rischi e opportunità un numero verde di WWF e Altroconsumo.
WWF e Altroconsumo aprono un call center gratuito al numero 800.194.491 per aiutare i consumatori a compiere i primi passi nel mercato elettrico liberalizzato: verificare dubbi, cogliere opportunità, conoscere diritti, chiarire scadenze, allontanare gli eventuali rischi derivanti dal cambio di fornitore.
Dal 1° luglio, infatti, ciascuno potrà scegliere il fornitore di energia e nelle prime fasi dell'apertura del mercato, con regole ancora in via di definizione, i dubbi e le incertezze possono essere molti.
Tranne uno: il miglior risparmio in bolletta, per quanto efficace la liberalizzazione o accattivanti le offerte dei fornitori, non potrà che derivare dall'efficienza energetica.
Nel periodo di transizione, solo applicando i più semplici accorgimenti come illuminazione efficiente, elettrodomestici di classe A, eliminazione degli stand-by, ecc. si potrà avere una reale garanzia di risparmio, contribuendo inoltre alla riduzione delle emissioni di gas serra nell'atmosfera.
Il numero verde 800.194.491 di WWF Italia e Altroconsumo è attivo dal 18 giugno al 20 luglio, da lunedì a venerdì, dalle ore 9 alle 13 e dalle 14 alle 18. 35 operatori saranno a vostra disposizione per domande e chiarimenti.
Oltre al numero verde, è attiva una sezione nel sito di Altroconsumo dove si potranno chiarire i dubbi più elementari relativi alla liberalizzazione del mercato dell'elettricità: conviene davvero cambiare fornitore? conviene aumentare la potenza contrattuale? cosa sono le tariffe verdi? quali i parametri per individuare un fornitore elettrico responsabile da un punto di vista ambientale?
Con questo servizio gratuito rivolto ai cittadini il WWF Italia prosegue la sua campagna iniziata lo scorso anno con "Generazione Clima. Efficienti per Natura" a favore di un aumento dell'efficienza energetica.
Altroconsumo mette invece a disposizione informazioni utili e alcuni quiz sul risparmio energetico e sul peso che i comportamenti quotidiani hanno sull'ambiente in cui viviamo.
|-Ecoconsigli WWF per risparmiare energia-|
17 maggio 2007
WWF: Oasi aperte il 20 maggio
NELLE OASI WWF E NELLE RISERVE DELLO STATO VIVONO SPECIE CHE LA SCIENZA NON CONOSCE. Le ultime scoperte svelano ‘nuove’ farfalle, tartarughe, cavallette Per scoprire il “microcosmo”nascosto appuntamento domenica 20 maggio: ‘COSE MAI VISTE’ alla Giornata delle Oasi.
Testimonial d’eccezione: Antonello Dose, Marco Presta, Giovanni Muciaccia e Giulio Scarpati Stando al Millennium Ecosystem Assessment (la valutazione sugli ecosistemi voluta dall’ONU), dagli anni ’50 l’Europa ha perso oltre la metà delle zone umide e dei terreni agricoli a più alto valore naturalistico, mentre sono seriamente minacciate di estinzione altissime percentuali di uccelli (43%), lepidotteri (45%), anfibi (30%), rettili (45%), pesci di acqua dolce (52%) oltre che circa 800 specie vegetali.
Ma ci sono luoghi in cui la vita va avanti. Dalle Oasi WWF (35.000 ettari di natura protetta su tutto il territorio italiano), e dalle Riserve naturali gestite dal Corpo Forestale dello Stato (altri 90.000 ettari) la scoperta nell’ultimo anno di nuove specie animali finora sconosciute alla scienza è una notizia che invita a riflettere e conferma l’importanza di tutelare i nostri ambienti naturali insieme al successo di un’azione portata avanti da più di quarant’anni.
L’ultima scoperta è una grande cavalletta, la Platycleis (Decorana) drepanensis, individuata dal prof. Bruno Massa nella Riserva Naturale WWF Saline di Trapani. Simile ad alcune specie presenti in Nord Africa occidentale e in Spagna era “nascosta” in un’area di soli 500 metri quadrati, ed è probabilmente per questo che nessuno l’aveva notata. Importanti novità arrivano anche dalle farfalle, di cui l’Italia conserva una delle più ricche varietà d’Europa. L’entomologo Giorgio Baldizzone, studiando l’Oasi sarda di Monte Arcosu, ha individuato diverse nuove specie di microlepidotteri (tra cui Nemapogon arcosuensis e Oecogonia ceres, sulle quali stanno lavorando specialisti di tutta Europa) e il 19 maggio prossimo, in un Convegno ad Asti, presenterà in anteprima la Coleophora aleramica, una nuova bellissima farfalla verde , con apertura alare di 11 mm, che si nutre sui fiori tubolari del trifoglio rosso nell’Oasi piemontese di Valmanera.
Ed è ancora in Sicilia, nella Riserva del Lago Prèola -Gorghi Tondi vicino a Mazara del Vallo, che è stata riconosciuta una nuova specie di tartaruga palustre, l’Emys trinacris, grazie a moderne tecniche di genetica molecolare che, a partire dal 2002, hanno già permesso di identificare altre specie e promettono in futuro ulteriori novità.
Sarà questa natura meno visibile, spesso trascurata se non addirittura calpestata (!) ad andare in scena per la Giornata delle Oasi il 20 maggio 2007. Una domenica da trascorrere nella natura delle aree protette gestite dal WWF e nelle Riserve naturali del Corpo Forestale dello Stato. Visite gratuite, spettacoli, laboratori all’aperto, liberazione di animali e tante altre iniziative speciali organizzate per la grande
festa della natura italiana.
La Giornata Oasi ha ottenuto l’Alto Patronato della Presidente della Repubblica, il patrocinio del Ministero Ambiente e Tutela del Territorio e del Mare, Ministero Pubblica Istruzione, Ministero Università e Ricerca, Ministero Politiche Agricole Alimentari e Forestali.