26 gennaio 2008

La nuova Oasi WWF Vasche di Maccarese


WWF rinnova il suo impegno contro la perdita e il degrado degli ambienti umidi con l'apertura di una nuova Oasi all’interno della Riserva Naturale Statale Litorale Romano.

Un’anteprima dedicata esclusivamente alla stampa per presentare la nuova Oasi WWF Vasche di Maccarese, nei pressi di Fiumicino. Grazie all’accordo siglato con la Proprietà, la Maccarese S.p.A., che prevede l’annessione della nuova zona umida alla già esistente Oasi WWF di Macchiagrande, le due aree costituiranno un’altra importante realtà per lo sviluppo sostenibile del territorio, nel rispetto delle necessità di tutela e conservazione della biodiversità.

Le Vasche, situate non lontano dall’abitato storico di Maccarese, sono occupate per la maggior parte da 5 invasi artificiali. Costruite nel 1970 a scopi venatori, vennero adibite, secondo un piano di riconversione produttiva, a complesso di vasche per la piscicoltura intensiva. Il successivo abbandono ha permesso il ricrearsi di un ambiente umido singolare che favorisce la presenza di numerosissime specie animali, in particolare uccelli acquatici migratori e non, anche rari, come il tarabuso e il tarabusino.

Nonostante la pressione dell’uomo che si è man mano concentrato nel tempo – dalle opere di bonifica all’urbanizzazione – Macchiagrande e le Vasche di Maccarese hanno mantenuto una variabilità ambientale e una ricchezza di biodiversità che ne fanno una roccaforte naturale della provincia romana, e il cuore della Riserva naturale del Litorale. I circa 310 ettari tutelati a Macchiagrande sono un mosaico di vari tasselli di ambienti diversi: partendo dal mare e dalle vaste distese di dune, lo sguardo si perde nella successione dei 200 ettari di vegetazione mediterranea, che si diversifica in tutte le sue tipologie più caratteristiche, dai residui di bosco mediterraneo, o tipico delle zone umide, ai prati incolti, Di grande valore forestale e vegetazionale in genere, è anche un sito importante per la fauna. Negli anni ha rappresentato un luogo di richiamo per molti visitatori e in particolare per i giovani delle scuole.

“Nel tempo le zone umide hanno subito una drastica diminuzione: in Italia, tra il 1938 e il 1984, abbiamo perso il 66% degli ambienti umidi. Nel mondo, circa il 26% delle aree umide sono state prosciugate per far posto all’agricoltura o interrate per lo sviluppo urbano. La perdita e il degrado degli ambienti umidi non si è mai fermato: ancora oggi, sono seriamente minacciate vaste aree di importanza nazionale e internazionale – dichiara Fulco Pratesi, Presidente Onorario del WWF Italia - Le zone umide italiane, in particolare, svolgono una fondamentale funzione di crocevia per i flussi migratori: se seguissimo il tragitto che compie un uccello migratore nel viaggio di ritorno dall’Africa, risalendo verso Nord, vedremmo che le principali zone umide utili al suo sostentamento sono situate, oltre che lungo le coste siciliane, sulla costa tirrenica dell’Italia centrale compresa tra il Lazio e la Toscana. Sebbene ricoprano solo il 6% circa della superficie terrestre, le zone umide sono tra gli ecosistemi più ricchi di biodiversità del Pianeta. Se quantificassimo “economicamente” la loro funzionalità, calcolando che gli ecosistemi nel loro insieme provvedono per 33 mila miliardi di dollari l’anno ai fabbisogni dell’uomo, potremmo verificare che circa il 26% di questi provengono dalle sole acque interne”.

Le zone umide provvedono a mantenere i livelli di falda, a controllare le inondazioni e i processi di erosione, al consolidamento delle rive, a trattenere i sedimenti e i nutrienti e a mitigare gli impatti dei cambiamenti climatici. Sono fonte di sostentamento per le popolazioni locali e luoghi fondamentali per conservazione della biodiversità.

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