29 agosto 2008

Il TAR salva le 2000 marmotte dell'Alto Adige


La "caccia di selezione" era stata decisa dalla Provincia di Bolzano e sarebbe stata aperta l'1 settembre. Nessuna buona nuova invece per gli stambecchi. Il WWF non ci sta e organizza un sit-in a Bolzano insieme a LAC e LAV venerdì 29 agosto.

E’ di questi minuti la decisione del TAR di Bolzano di sospendere con procedura urgente la caccia alle marmotte in Alto Adige. Soddisfatti WWF Italia, LAC e LAV da cui era partito il ricorso contro l’abbattimento di questi animali protetti. Nessuna buona notizia invece per gli stambecchi, 80 dei quali potranno essere abbattuti.

In attesa della decisione di definitiva sospensione del provvedimento provinciale gli ambientalisti confermano l’appuntamento previsto per domani venerdi 29 agosto alle ore 16 per un sit in davanti al palazzo della Provincia a Bolzano per ricordare all’amministrazione che la fauna è patrimonio universale e va tutelata nell’interesse di tutti.

"Siamo soddisfatti - dice l'avvocato Mauro De Pascalis di Lav, Lac e WWF - della decisione del TAR che ha accolto la nostra richiesta di sospensione immediata del provvedimento data la estrema gravità del fatto. Se il Tribunale non avesse deciso in questo senso infatti, da lunedi si sarebbe sparato alle marmotte con un danno ambientale incalcolabile e contro la legge nazionale 157/92. Attendiamo con serenità, dunque, l'esito della decisione definitiva del Tribunale sulla sospensione dell'atto che ci sarà il prossimo 19 settembre."

“A differenza degli altri anni siamo riusciti a bloccare il provvedimento prima dell’inizio degli abbattimenti, previsti dal primo settembre, ma resta inaccettabile – dicono gli ambientalisti – il comportamento illegittimo e irresponsabile della Provincia che ogni anno ripete lo stesso atto contrario alla legge che puntualmente dobbiamo impugnare al TAR.”

Al danno diretto agli animali, infatti, si somma la spesa che la collettività deve sostenere per ribadire ogni anno il ricorso al Tribunale che conferma il principio per cui la fauna è patrimonio di noi tutti e la Provincia non può violare la legge nazionale per disporre l’abbattimento di animali protetti.

Il sit-in sarà dunque il luogo per chiedere alla Provincia di non ripetere questi atti chiaramente contrari alla legge e alla natura. gli ambientalisti fanno appello a tutti perché si uniscano al sit in di venerdi.

Dal primo settembre, quindi, in Alto Adige non si apre la stagione dell’abbattimento delle marmotte, oltre 40 mila secondo il recente censimento della Provincia di Bolzano. Nel resto d’Italia la marmotta è una specie protetta, come sancisce una legge del 1992.

Le autorità venatorie locali, però, avevano rinnovato il decreto, con il quale si ordinava la “selezione” di quasi duemila di questi piccoli roditori. Giorgio Carmignola, uno dei responsabili dell’Ufficio caccia altoatesino, aveva dichiarato: «Non si tratta di una vera e propria caccia, ma di una selezione resa necessaria dal fatto che le marmotte, scavando nei prati, creano danni ai pascoli la cui erba è necessaria per gli armenti delle mucche».

Una leggenda metropolitana dice che la loro aggressività sia dovuta anche al troppo ravvicinato contatto con l’uomo: nutrite a pezzi di pane e biscottini, le marmotte avrebbero smesso da tempo di fare il loro mestiere di roditori, e avrebbero di conseguenza incisivi lunghi e dannosi.

«Questo non è dimostrato – dice Roberto Maistri, responsabile del Wwf per la provincia di Bolzano -, mentre è vero che tra qualche giorno sparare alle marmotte non sarebbe stato un reato, il che fa dell'Alto Adige un posto davvero unico. Gli altri anni succedeva che le nostre proteste e i nostri ricorsi ci servivano solo per la soddisfazione morale: quando il Tar ci dava poi ragione, infatti, gli animali erano già da mesi morti e imbalsamati, a fare da soprammobile nei salotti dei cacciatori...».

Finora nessun intervento invece a favore degli stambecchi.
In provincia di Bolzano gli stambecchi erano estinti, ma negli anni Ottanta c’è stato una reintroduzione. «Li hanno reintrodotti facendoli arrivare da Valle d’Aosta e Piemonte. Potrebbero essere circa duemila, ma sono solo 700-800, perché ogni anno fanno una deroga ad una legge europea e ne fanno abbattere 80» conclude Maistri. (WWF)

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