Sono iniziate le scuole, ed ora i genitori dovranno preoccuparsi non solo del costo dei libri e che il loro figlio vada bene a scuola, ma anche del fatto che se avrà qualche difficoltà, potrà essere etichettato con qualche disturbo psichiatrico.
E si, perché grazie al fervente lavoro di questi ultimi anni in Italia della psichiatria nei confronti dei bambini, in particolare attraverso la scuola, il tuo bambino se già dalle elementari ha qualche difficoltà di scrittura, lettura o troppa vivacità, potrà essere segnalato grazie a test fatti nella classe, o dagli stessi insegnanti, convinti ed addestrati ad etichettare i bambini o a segnalarne i casi. allo psicologo o struttura neuropsichiatrica, come potenziali affetti da disturbi psichiatrici.
I test per fare le diagnosi vengono distribuiti in molte scuole, dai quali si creano le statistiche di bambini che sarebbero affetti da disturbi psichiatrici o che potenzialmente lo possono diventare, utilizzando poi queste statistiche nei convegni come quello appena trascorso a Firenze dell'Escap, per convincere le autorità della gravità del problema e per dar credito all'esistenza scientifica di disturbi psichiatrici quali l'ADHD. Ad esempio i test (questionari di dubbio valore scientifico), distribuiti tra il 2002 e 2005 in alcune scuole italiane (Progetto Prisma), secondo cui il 9,1% del campione soddisferebbe criteri per un disturbo psichico secondo la classificazione del DSM-IV (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, APA 1994).
Con affermazioni di questo tipo si cercano di convincere genitori e insegnanti: "Spesso, durante il primo anno di scuola elementare, possono emergere difficoltà del bambino nel leggere, nello scrivere e nel far di conto che i genitori scambiano per svogliatezza o scarsa capacità si applicarsi allo studio «È fondamentale rivolgersi ad uno specialista per ottenere una corretta diagnosi ed eventualmente avviare il bambino al percorso riabilitativo»."
Quindi qualsiasi altra motivazione delle difficoltà che può avere specialmente un bambino alle elementari, come: cose non capite nello studio precedentemente, problemi fisici non individuati, allergie, intolleranze alimentari (vedi recenti scoperte relative ai coloranti artificiali nei cibi), problemi in famiglia o con compagni, non verranno individuate e prese in considerazione, visto che secondo la psichiatria fanno fede i questionari che con un tot di risposte affermative, certi comportamenti sono indice di disturbi psichiatrici ben definiti.
In questo modo i veri problemi rimarranno nascosti e irrisolti, con l'aggiunta di un bambino che penserà erroneamente che ci sarà qualcosa di sbagliato nel suo cervello e che dovrà prendere una pillola per potersi controllare.
LA STRATEGIA: CREARE IL PROBLEMA, CONVINCERE LA POPOLAZIONE CHE QUESTO ESISTE, CHE E' GRAVE E CHE SI TRATTA DI UNA MALATTIA.
Vengono pubblicati, su riviste e giornali, una serie di articoli, dove "esperti del settore" annunciano la presenza di tali malattie, nonché' la necessita' di diagnosticarle precocemente.
Si organizzano convegni scientifici sul "problema" e si formano organizzazioni di familiari, che chiedono a gran voce il "diritto alle cure e alla diagnosi precoce".
Mentre cresce la campagna di stampa, al fine di "sensibilizzare" la popolazione, vengono approvati programmi a livello istituzionale che comprendono l'utilizzo di test nelle scuole a tappeto, sin dalla prima infanzia, creazione di strutture "specializzate" che "accolgano" i bambini dove verranno trattati anche con l'utilizzo di psicofarmaci.
Se i genitori si rifiutano di seguire questi iter possono vedersi sottrarre i figli per "mancato aiuto".
Il Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani raccomanda di informarsi attentamente, di non accettare facili diagnosi psichiatriche sia per se stessi che per i propri figli, ma richiedere accurate analisi mediche.
Se ritieni di aver subito danni a causa di diagnosi o trattamenti psichiatrici puoi metterti in contatto con il Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani Onlus.
12 settembre 2007
Sei vivace? Ecco quello che ti può succedere!
8 settembre 2007
TURCO HA INSEDIATO IERI LA CONSULTA DEI “MEDICI AMMALATI”.
OBIETTIVO: UN “LIBRO BIANCO” PER L’UMANIZZAZIONE DELLA MEDICINA
Il Ministro della Salute Livia Turco ha insediato ieri la “Consulta dei medici ammalati”. Il nuovo organismo è composto da medici specializzati in varie discipline e attivi in diverse istituzioni sanitarie e universitarie del Paese. Essi sono uniti da una storia personale di malattia e sofferenza che li ha portati a maturare la volontà di contribuire all’affermazione di un nuovo rapporto con il malato e più in generale ad una compiuta umanizzazione delle cure, quali elementi essenziali per una sanità più vicina ai bisogni dei cittadini.
Alcuni di loro hanno già raccolto le loro esperienze nel libro “Dall’Altra Parte”, edito nel 2006 da Rizzoli, che ha avuto uno straordinario successo di pubblico con ben 8 edizioni all’attivo.
La Consulta avrà come compito primario quello di elaborare un “Libro Bianco” di proposte per il rinnovamento della medicina e della sanità, a partire da una diversa attenzione per la formazione degli operatori, la umanizzazione della assistenza, l’informazione e la comunicazione, il rapporto con i pazienti, l’attenzione per la qualità della vita come parte strutturale del percorso di cura in tutte le sue fasi.
Il tutto utilizzando le particolari sensibilità derivanti dalla sintesi tra conoscenze scientifiche e tecnologiche ed esperienza personale della malattia.
Compito della Consulta anche quello della progettazione di materiali didattici per la formazione a distanza degli operatori sanitari sul tema dell’umanizzazione delle cure, da avviare attraverso appositi corsi Ecm che il Ministero della Salute offrirà gratuitamente a tutti gli operatori sanitari italiani.
I membri della Consulta sono:
Gianni Bonadonna, già direttore del Dipartimento di medicina oncologica dell'Istituto Nazionale Tumori di Milano, oggi consulente per gli studi clinici e presidente della Fondazione Michelangelo, autore di oltre 450 pubblicazioni scientifiche, un'autorità mondiale nel settore - coautore di “Dall'Altra Parte”.
Francesco Sartori, direttore della chirurgia toracica dell'università di Padova, direttore del Dipartimento di Scienze Cardiolgiche Toraciche e Vascolari, pioniere della chirurgia ricostruttiva tracheo bronchiale - coautore di “Dall'Altra Parte”.
Mario Melazzini, direttore Unità Operativa Complessa, IRCCS, dell'Istituto Maugeri di Pavia, Prima Scuola Specialistica di Medicina del Lavoro Università degli Studi di Pavia, presidente della Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica.
Zaira Bartoccioni in rappresentanza del defunto Prof. Sandro Bartoccioni, primario di cardiochirurgia dell'ospedale di Perugia, in forza al Gemelli di Roma, uno dei leader mondiali nella tecnica del bypass coronarico senza circolazione extracorporea - coautore di “Dall'Altra Parte”.
Sylvie Menard, direttore Dipartimento di Oncologia Sperimentale e Laboratorio, Fondazione Istituto Tumori di Milano, dal 1969 alla testa del gruppo di ricerca clinica per il carcinoma mammario presso il medesimo Istituto.
Carlo Flamigni, professore Ordinario di Ostetricia e Ginecologia all'Università di Bologna, ha diretto il Servizio di Fisiopatologia della Riproduzione e l'Istituto di Ostetricia e Ginecologia dell'Università di Bologna presso l'Ospedale S. Orsola. E' membro del Comitato Nazionale per la Bioetica.
Paolo Barnard, giornalista e curatore del libro “Dall’Altra Parte”.
Stefano A. Inglese, consigliere del Ministro.
Alessandra Bellini, segreteria Ministro.
2 settembre 2007
Blutdrucktabletten senken Todesfallrate bei Diabetes
Die bislang umfangreichste Studie zur Behandlung von Diabetes hat gezeigt, dass die fixe Kombination von zwei Blutdruck senkenden Medikamenten das Todesfallrisiko wie auch die Risiken von Herz- und Nierenkrankheiten reduziert. Ergebnisse der ADVANCE-Studie (Action in Diabetes and Vascular Disease - Aktion gegen Diabetes und Gefäbkrankheiten) wurden heute während des Europäischen Kardiologie-Kongresses in Wien präsentiert.
Einer der Studienleiter, Professor Stephen MacMahon, George Institute für internationale Gesundheit in Australien, hielt fest: "Diese Ergebnisse repräsentieren einen wichtigen Schritt in die Zukunft für die medizinische Versorgung von Menschen mit Diabetes weltweit. Diese Behandlung reduzierte die Wahrscheinlichkeit, an den Komplikationen von Diabetes zu sterben um fast ein Fünftel, und das bei nahezu keinen Nebenwirkungen."
Weltweit leiden ca. 250 Millionen Menschen unter Diabetes, und die meisten von ihnen werden letztendlich an den Komplikationen ihrer Erkrankung sterben oder bleibende Behinderungen davon tragen. Die häufigste Todesursache bei Patienten mit Diabetes sind Herzkrankheiten, ein Grossteil von ihnen ist auch von Erkrankungen der Nierenbetroffen. 2006 forderten die Vereinigten Nationen verstärkte internationale Aktionen, um die globale Epidemie von Diabetes zu bekämpfen.
Insgesamt nahmen 11.140 Patienten mit Diabetes aus 20 Ländern aus aller Welt an dem 4.3-Jahre Projekt teil. Die Hälfte von ihnen wurde ein Mal täglich mit der fixen Kombination von zwei Blutdruck senkenden Medikamenten (Perindopril und Indapamid) behandelt, die andere Hälfte erhielt ein Mal täglich Placebo.
Dr. Anushka Patel, Direktorin der Studie von dem George Institute sagte "Die Teilnehmer von ADVANCE erhielten bereits die meisten der üblichen Behandlungen, mit denen Patienten mit Diabetes versorgt werden, einschlieblich anderer Blutdruck senkender Medikamente. Die zusätzliche Einnahme der fixen Kombination von Perindopril und Indapamid reduzierte jedoch das generelle Todesfallrisiko um 14% und das Todesfallrisiko durch Herz-Kreislauf-Erkrankungen um 18%. Das Risiko von koronaren Herzkrankheit wurde um 14% reduziert und das Risiko von neuen oder sich verschlimmernden Nierenerkrankungen wurde um 21% reduziert.
Professor John Chalmers, der Autor von früheren internationalen Richtlinien für die Behandlung von Bluthochdruck und Vorsitzender der Studien-Management-Gruppe unterstrich: "Die Resultate zeigen eindeutig, dass wir die Mittel haben, um die Auswirkung der weltweiten Diabetes-Epidemie, der sowohl reiche als auch ärmere
Länder ausgesetzt sind, zu lindern. Aber gemeinsames Handeln ist dringend notwendig, um zu gewährleisten, dass Patienten mit Diabetes identifiziert werden und mit Behandlungen versorgt werden, die nachweislich wichtige Ergebnisse wie das Überleben dieser Patienten verbessern."
Die ADVANCE Studie wurde von einer internationalen Gruppe unabhängiger, medizinischer Forscher und mit der Unterstützung von Servier, dem Hersteller von Perindopril und Indapamid sowie dem National Health and Medical Research Council von Australien
[Nationaler Gesundheitsrat und Rat für medizinische Forschung] durchgeführt.
Perindopril ist ein Angiotensin konvertierender Enzym Inhibitor (ACE) und Indapamid ist ein Thiazide ähnliches Diuretik. Die fixe Kombination von Perindopril und Indapamid wird in 97 Ländern weltweit unter den Markennamen Preterax(TM), Predonium(TM), Biprel, Prelectal, Noriplex oder Noliprel vermarktet.
Die Studie wurde von dem George Institute an der Universität Sydney koordiniert. Das George Institute ist ein renommiertes internationales medizinisches Forschungszentrum mit Zweigstellen in Sydney, Peking, Hyderabad und London.
Servier ist ein internationaler, forschungsorientierter Pharma-Konzern mit langjähriger Erfahrung in der erfolgreichen Entwicklungen von Medikamenten für die Behandlung gängiger Erkrankungen wie Diabetes und Bluthochdruck.
Das "National Health and Medical Research Council of Australia" ist die Regierungsagentur, die hauptsächlich für die medizinische Forschung in Australien verantwortlich ist.
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Kontrolle - nein danke! - Was Eltern bei jugendlichen Kindern mit Diabetes wissen müssen
(OTS) Eltern von Kindern mit Diabetes sorgen sich oft um so stärker um den Gesundheitszustand, je mehr Eigenständigkeit Sohn oder Tochter mit der Pubertät verlangen. In dieser Zeit das Kind so zu begleiten, dass weder die Gesundheit noch der Familienfrieden leidet, kann eine nervenzehrende Gratwanderung sein. Auf keinen Fall sollte das Leben des Jugendlichen aber nur durch die "diabetische Brille" gesehen werden, rät das Apothekenmagazin "Diabetiker Ratgeber". Pünktlichkeit, spätes Heimkommen oder waghalsige Unternehmungen können auch besprochen werden, ohne die Themen mit dem Diabetes zu verknüpfen. Wenn Vater und Mutter schon Grund zu Sorge sehen, sollte der Zuckerwert wenigstens hinter der Frage rangieren, wie es dem Kind insgesamt geht. Eine gewisse Protesthaltung gehöre zur Selbstfindung einfach dazu, betont Dr. Karin Lange, Fachpsychologin für Diabetes und rät, die Stärken des Jugendliche zu sehen und ihn dafür zu loben, "gerade wenn die Werte mal wieder
ziemlich daneben liegen". Denn oft sind diese der biologischen Situation in der Pubertät geschuldet. Das Lob sei überaus berechtigt, denn Jugendliche mit Diabetes legten im Vergleich zu anderen meist ein hohes Maß an Selbstdisziplin an den Tag.
Das Magazin "Diabetiker Ratgeber" 9/2007 liegt in den meisten Apotheken aus und wird ohne Zuzahlung zur Gesundheitsberatung an Kunden abgegeben.
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