14 agosto 2007

INCENDI,LATINA: ARRESTATI DUE PIROMANI.


L’Ufficio Legale della LAV è impegnato a presentare una denuncia per il reato di uccisionedi animali selvatici, a carico dei due piromani, di 58 e 38 anni, arrestati dal NIPAF del Corpo Forestale dello Stato, su richiesta del Procuratore della Repubblica di Latina, perché gravemente indiziati per due tentativi di incendio boschivo doloso nelle campagne del Comune di Monte S.Biagio (Latina) e per la fabbricazione, detenzione e trasporto di ordigni incendiari.

Analoga denuncia sarà presentata dall’Ufficio Legale della LAV a carico di tutti gli altri incendiari denunciati o arrestati per il reato di incendio boschivo commesso inpassato o che sarà commesso nel futuro; inoltre la LAV si costituirà parte civile nei procedimenti penali che saranno avviati contro i piromani. Gli incendi che puntualmente ogni estate distruggono migliaia di ettari di boschi -6.983 ettari di foreste in fumo nel 2007, con 172 denunce in tutta Italia peril reato di incendio boschivo (dati 2007 aggiornati al 29 luglio 2007, fonte:Corpo Forestale dello Stato) - hanno come ulteriore effetto devastante l’uccisione di miglia di animali e la distruzione del loro habitat naturale: per ogni ettaro di macchia mediterranea andato in fumo, secondo stime della Lipu, muoiono in media 400 animali.

“L’UfficioLegale della LAV ha deciso di attivare questa e tutte le altre denunce per uccisione di animali, a carico di piromani, sul presupposto giuridico del dolo eventuale: sebbene la mira principale dell’incendiario sia di distruggereil verde dei nostri boschi, non c’è dubbio che l’incendiario, nel momento in cui appicca il fuoco, è conscio che un enorme numero di animali selvatici moriranno bruciati vivi, tra indicibili sofferenze, senza trovare alcuna via di scampo - dichiara il dott.Maurizio Santoloci, direttore dell’Ufficio Legale nazionale LAV- Non si tratta di un fatto eventuale o probabile, bensì di un dato assolutamente certo e non eventuale: il piromane accetta consapevolmente il fatto, certo e non eventuale, di uccidere numerosi animali selvatici, pur se ilsuo disegno criminale era rivolto a distruggere la vegetazione. Sussiste,dunque, in concorso con l’art. 423 bis del Codice penale (incendio boschivo doloso), il concorso diretto con il reato di uccisione gratuita di animali, aggravata da inevitabili sofferenze. Inoltre, mettiamo in evidenza che vi è un danno ambientale di ulteriore livello perché la superficie boscata sterilizzata dal fuoco impedisce la riproduzione futura anche delle specie animali eventualmente sopravvissute, con danni incalcolabili”.

“Ricordiamo che il reato di uccisione di animali (art.544 bis del Codice penale) è punito con la reclusione da tre mesi a diciotto mesi - dichiara la dott.ssa Carla Campanaro dell’Ufficio Legale nazionale LAV - Ci impegneremo affinché l’uccisione di animali conseguente agli incendi boschivi sia perseguita d’ora in poi come autonoma e ulteriore tragica conseguenza degli incendi dolosi e siamo certi di un positivo riscontro della giurisprudenza in proposito: si tratta di una iniziativa doverosa e innovativa, che riguarda la vita di migliaia di animali, e per questo rivolgiamo un appello al Corpo Forestale dello Stato e a tutti gli organi di Polizia Giudiziaria affinché ci segnalino ogni caso di incendiari identificati.”

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