30 gennaio 2008

Balene catturate da una Canon o cacciate da un arpione?


Greenpeace chiede a Canon di firmare una dichiarazione contro la caccia alla balene. Ma la più grande azienda di fotocamere digitali - conosciuta in tutto il mondo e maggiore sponsor di progetti per salvare le specie a rischio - risponde "No". Greenpeace lancia un appello mondiale invitando i clienti della Canon a chiedere all'azienda di schierarsi apertamente contro il massacro delle balene, spacciato per ricerca scientifica dal governo giapponese.

Greenpeace pensava che il direttore generale della Canon - Fujio Mitarai - si sarebbe sicuramente unito all'appello internazionaleper fermare la caccia alle balene. Mitarai è nella posizione ideale per farlo: non è solo a capo della Canon ma anche della Japanese Business Association, quindi molto vicino al governo giapponese.

In una lettera del 10 gennaio indirizzata a Mitarai Greenpeace chiedeva di firmare la seguente dichiarazione: "Canon è impegnata a costruire un mondo migliore per le future generazioni e non supporta la caccia di specie in via d'estinzione o minacciate con qualcosa di diverso da una fotocamera. Canon ritiene che il programma di ricerca letale sulle balene nell'Oceano Antartico debba essere eliminato e sostituito con un programma di ricerca non-letale".

Il 22 gennaio Canon risponde di riconoscere "l'importanza di proteggere le specie a rischio". Ma conclude la lettera così: "la comunità scientifica giapponese si divide tra chi condanna la caccia alle balene per scopi scientifici e chi invece no… noi non firmeremo la dichiarazione che ci avete mandato". La verità è che non c'è bisogno di uccidere le balene per studiarle: ha raccolto più dati Greenpeace in due mesi di ricerca non-letale che il programma giapponese in 18 anni.

Quest'anno la flotta baleniera giapponese avrebbe dovuto uccidere circa nove balenottere minori al giorno e una balenottera comune ogni due giorni. In totale 935 balenottere minori e 50 balenottere comuni. Per due settimane la nave di Greenpeace "Esperanza" ha impedito alla flotta baleniera giapponese di cacciare nel Santuario delle Balene dell'Oceano Antartico. Adesso, l'Esperanza è a corto di carburante e deve rientrare in porto. Ma la campagna per fermare la caccia baleniera in Antartide non è finita: è il momento di mobilitarsi tutti per fare pressione sul governo giapponese. A cominciare dalla Canon.

Canon non è implicata direttamente nella caccia alle balene, perciò Greenpeace non sta lanciando il suo boicottaggio. L'appello di Greenpeace punta a chiedere a Fujio Mitarai di esprimesri contro l'assurdo programma di ricerca letale sulle balene. E' ora che Mitarai cominci ad agire per proteggere gli animali e la reputazione del business giapponese all'estero.

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