18 novembre 2007

Il mio amico giardiniere


Un artista parigino di successo, sulla cinquantina, torna alle sue radici nella casa dell’infanzia nella provincia francese. Non ha né le capacità né l’energia di occuparsi del terreno intorno alla casa e mette un annuncio per trovare un aiuto sul posto. Assolutamente per caso, il primo candidato – che si rivelerà quello giusto – è un vecchio compagno di scuola che il PITTORE non vede da quando erano bambini, e che diventerà il GIARDINIERE.

Mentre i due amici trascorrono diverso tempo insieme, il PITTORE scopre via via, in modo quasi impressionistico, un uomo che prima lo affascina poi lo stupisce per la sua visione semplice e onesta del mondo. Il giardiniere ha avuto una vita priva di eventi eclatanti, e oggi si gode una felicità misurata, dimessa – non c’è amarezza né gelosia in lui, e i suoi eroi sono sempre persone comuni.

Il suo sistema di valori ruota intorno ad un unico semplice criterio che – più o meno consapevolmente – applica per giudicare le persone e le cose: il buonsenso. L’arte stessa, come viene praticata dall’amico pittore, diventa bella ai suoi occhi solo dopo ore di osservazione discreta.

Così, i due uomini si ritrovano a vivere una sorta di adolescenza tardiva e fraterna, che mescola insieme famiglie, esperienze, carote e zucche, vita e morte, viaggi in aereo, cespugli di more, gusti e colori. E vedendo ogni cosa attraverso gli occhi dell’altro, ognuno scopre un mondo nuovo.

Senza artifici, ci invitano a godere della loro scoperta di una vita quotidiana tutta da ‘condividere’ – un altro concetto chiave per il giardiniere che coltiva cose da donare agli altri, proprio come l’artista dipinge quadri da mostrare agli altri.

Henri Cueco, pittore lui stesso e conduttore radiofonico sensibile alla vita degli umili e alle cose semplici, ci offre questa toccante favola di amicizia, semplice e avvincente come una storia d’amore.

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