3 dicembre 2007

No al carbone: azione in mare


Dalle centrali alle navi: le azioni di Greenpeace contro il carbone prendono il largo. Poche ore fa – a bordo dei gommoni, nel porto di Brindisi - gli attivisti hanno raggiunto la "Seaflower", una nave carbonifera di oltre 36.000 tonnellate, dipingendo sulla sua fiancata due messaggi: "No carbone" e "Stop coal save the climate". Oggi a Bali si apre il vertice Onu sul clima. E il carbone è la prima causa del riscaldamento globale.

Alla protesta hanno preso parte dieci attivisti su due gommoni con il supporto di tutto l'equipaggio internazionale - circa 30 persone – dell'Arctic Sunrise. Altre azioni del genere sono state effettuate recentemente in India, Indonesia, Spagna, Regno Unito e Israele.

Mentre i nostri attivisti sono in azione, a Bali si riuniscono i leader del mondo per parlare di clima. I risultati di questa Conferenza internazionale ci diranno se è possibile dare un futuro al Protocollo di Kyoto, mantenendo l'aumento della temperatura media del Pianeta al di sotto di +2°C, soglia di irreversibilità del fenomeno. Per fare questo è necessario che le emissioni di gas serra mondiali vengano stabilizzate al 2015, in vista di un loro dimezzamento al 2050.

E proprio in vista di Bali, Greenpeace nelle ultime settimane ha portato avanti una forte attività di denuncia contro la pericolosa dipendenza energetica dal carbone: dalla protesta in Sardegna contro Soru al blitz nella centrale Enel di Civitavecchia, dalla "visita" alla centrale di Brindisi all'azione via mare in corso contro una nave carbonifera.

L'Italia è un perfetto esempio di incoerenza politica sul tema del clima: pur appoggiando gli obiettivi di Kyoto a livello internazionale, non sta facendo nulla per ridurre le emissioni nazionali di CO2. Il Governo - azionista di maggioranza dell'Enel con il 30 per cento delle azioni - appoggia apertamente l'espansione del carbone in Italia voluto dalla Società.

Non è troppo tardi per agire, ma occorre un chiaro impegno da parte dei Governi. La vera soluzione è avviare una Energy Revolution fondata sul rapido sviluppo di fonti rinnovabili e misure di efficienza energetica, oltre alla conservazione delle foreste la cui distruzione costituisce un quinto delle emissioni mondiali di gas serra.

Il carbone, oltre a essere il combustibile fossile con le più alte emissioni specifiche di gas serra, è la prima fonte al mondo per la generazione elettrica.

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