La Corte d cassazione ha condannato in via definitiva per il reato di maltrattamento animali il gestore del canile-allevamento di Aulla , già noto alle cronache per varie vicende giudiziarie. La Lega Nazionale per la Difesa del Cane ed in particolare il coordinatore nazionale del servizio guardie zoofile dellassociazione animalista, che si sono impegnati in questi ultimi anni nel contrastare questattività giudicata illegale, esprimono tutto il loro ringraziamento alla giustizia italiana.
I cani vanno tenuti bene: il padrone o l'allevatore che li tiene in condizioni "disumane, incidendo sulla sensibilità dell'animale, producendogli un dolore" rischia nella peggiore delle ipotesi un anno di reclusione e nella migliore una multa salata. E' quanto emerge dalla sentenza della Corte di Cassazione n. 44287 depositata oggi che ha reso definitiva la condanna, pronunciata nel 2006 dal tribunale di Massa (sezione distaccata di Pontremoli), nei confronti del titolare e gestore di un canile che teneva gli ospiti a quattro zampe in condizioni disumane.
I maltrattamenti accertati dai carabinieri congiuntamente alle guardie zoofile ed ai veterinari ASL erano di tipo ambientale, igienico e alimentare. In sostanza il canile era "nient'altro che un lager, un ghetto per animali sfortunati perchi imprigionati in uno stato di penosa sopravvivenza". In particolare i giudici della III sezione penale, dichiarando inammissibile il ricorso del titolare del canile, hanno messo nero su bianco che "configurano il reato di maltrattamenti (ora rubricato abbandono di animali e contenuto nell'articolo 727 del Codice penale, ndr), anche nella formulazione novellata, non soltanto quei comportamenti che offendono il comune sentimento di pietà e mitezza verso gli animali destando ripugnanza per la loro aperta crudeltà, ma anche quelle condotte - ed è questo il caso accertato che incidono sulla sensibilità dell'animale, producendo un dolore".
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4 dicembre 2007
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Etichette: Animalismo, lega nazionale per la difesa del cane
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